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RC AUTO: IL LIEVE PESO DELL’ISTAT SUL PANIERE DEI PREZZI E` UN INGANNO




Secondo i dati ufficiali (ANIA ed ISVAP),ogni anno soltanto il 10 per cento degli assicurati RC Auto denuncia sinistri ed ottiene risarcimenti (differenziati nel tempo), mentre il 90 per cento degli assicurati ?virtuosi?, oltre a subire aumenti indiscriminati a prescindere dalla loro ?buona condotta?, deve anche subire la beffa dell’Istat, secondo la quale i premi pagati ogni anno, pari in media a 750 euro,?pesano? soltanto lo 0,4 per cento sul paniere.

L’Istat nelle sue dubbie approssimazioni di misurare l’incidenza del costo della vita sui redditi, invece che accogliere i suggerimenti dell’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) per concordare ed elaborare almeno 3 panieri per diverse fasce di reddito, insiste in uno sterile dispotismo il quale, oltre a screditare la statistica, costringerà i consumatori ad adottare serie misure, comprese ulteriori manifestazioni e sit-in, per non essere presi in giro.

L’Istat nell’elaborare il peso sul paniere della RC Auto, afferma che ai costi pagati dagli assicurati, occorre detrarre il monte risarcimenti annui pagati dalle compagnie, ma se il 90 per cento degli assicurati non denuncia sinistri e non ottiene risarcimenti, non è giusto attribuire loro il saldo tra entrate ed uscite: l’Istat,nell’insistere nei suoi macroscopici errori, si comporta peggio di Trilussa nell’attribuzione dei noti ?polli? agli italiani !
Secondo i dati ufficiali, una RC Auto media costa 750 euro l’anno: tale onere comporterà un esborso pari al 7,5 per cento su un reddito netto di 10.000 euro; del 5 per cento su un reddito netto di 15.000 euro; del 2,5 per cento su un reddito netto di 30.000 euro,non già dello 0,40 per cento come l’Istat vorrebbe far credere. E ai consumatori italiani interessa poco se tale ingannevole, manipolata analisi statistica, sia concordata e/o condivisa o meno in Europa !

Attribuire un peso dello 0,40 per cento alla RC Auto è un errore statistico vero e proprio ed una ben congegnata beffa a danno dei consumatori: se la polizza rc auto aumenta del 10 per cento è come se una famiglia con un reddito netto di 15.000 euro pagasse 6 euro di aumento e non 75 euro come è nella realtà: conteggiare il peso dello 0,40 per cento ad un bene primario (tutti sono costretti ad assicurarsi) e sensibile (il cartello assicurativo ha effettuato aumenti del 95,6 per cento negli ultimi 6 anni), costituisce un gravissimo errore statistico,una provocazione inaccettabile !

Alla stessa stregua dei biglietti Eurostar,dei costi per l’abitazione e dei servizi bancari e postali: l’Istat come ha calcolato l`aumento del 29 per cento dei bollettini di pagamento dei conti correnti postali,passati da 0,77 ad 1 euro tondo dal 1 gennaio 2003. Oltre il 60 per cento degli utenti postali utilizza la posta prioritaria che costa il 30 per cento in più della posta ordinaria,ma per l’Istat e per la statistica ufficiale è come se la posta prioritaria non esistesse,mentre esiste e pesa sui portafogli delle famiglie !



Ma c’è di più ! Nelle note ?Statistiche in Breve? sull’aggiornamento del paniere e sulla ponderazione degli indici dei prezzi al consumo, l’Istat comunica che le posizioni rappresentative passano da 568 a 577 essendone entrate 34 ed uscite 21. Ma i conti non tornano: dovrebbero essere 581! Dove sono finite le 4 voci scomparse? Non dubitando sull’abilità aritmetica degli statistici ufficiali, forse l’Istat gioca a nascondino anche con la pazienza dei consumatori !

Sembra strano che,nonostante la crisi dell’Industria automobilistica nazionale,il peso delle automobili italiane salga dello 0,2 per cento mentre quello delle auto straniere scenda dello 0,5 per cento. Il peso della voce ?Canone TV? diminuisce leggermente,nonostante siano stati aggiunti gli abbonamenti per le Pay TV,un consumo emergente rilevante.
Non è che l’Istat abbia in tal modo ?annacquato? il peso dell’abbonamento Rai e l’ultimo rincaro del canone,pari a quasi 5 euro,per ottenere un effetto inferiore sul calcolo dell’inflazione ?





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