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RC AUTO: INACCETTABILE L’ULTIMA RAFFICA DI AUMENTI !







L’ultima raffica di aumenti delle tariffe assicurative scattate a marzo, il 7 per cento in più in media per oltre il 50 per cento degli assicurati, con punte superiori al 30 per cento sulle auto e del 50 per cento su moto e motorini, è la goccia che fa traboccare il vaso !
Le compagnie hanno continuato imperterrite nelle loro politiche predatorie, con rincari inaccettabili solo negli ultimi 3 mesi, nonostante il ministro delle Attività Produttive Prof. Marzano, avesse chiesto loro di mantenere fermi i prezzi, in attesa dell’approvazione della legge di ?controriforma?, già bocciata dal CNCU.
I cittadini sono stufi di essere scippati dal cartello assicurativo e l’unico modo per bloccare lo stillicidio infinito di aumenti,soprattutto nel Mezzogiorno (a Napoli,per pagare una polizza,pari ad oltre 18 milioni di lire,come richiesto da una compagnia, occorre richiedere un mutuo),è quello di tornare alle tariffe amministrate.
Con il cartello delle Compagnie non possono essere usate mezze misure: poiché la liberalizzazione tariffaria non ha prodotto alcuna concorrenza, nè ha consentito un miglioramento della qualità dei servizi,il Governo se vuole davvero difendere i diritti degli assicurati e non soltanto quelli delle Compagnie,ha il dovere di sostituire la legge di ?controriforma? con una legge che affida ad un’autorità di settore le tariffe.
Alla stessa stregua delle altre Autorità che fissano i prezzi delle tariffe elettriche, telefoniche e del gas,senza destare scandali o contrarietà,una nuova Authority assicurativa fisserà le tariffe RC Auto,assurgendo criteri guida già utilizzati nei meccanismi di ?price-cap? con particolare riferimento alla qualità dei servizi erogati ed alla velocità dei risarcimenti sinistri.
Le tariffe obbligatorie RC Auto sono più che raddoppiate dal 1 luglio 1994 ad oggi, perché l’Autorità di settore,ha fatto ben poco per creare un mercato trasparente ed efficiente (quasi il 25 per cento di un premio viene mangiato in Italia,da caricamenti e spese di gestione,contro il 14,7 per cento in media di altri paesi europei),facendo esclusivo riferimento a criteri patrimoniali e di accumulazione: Adusbef e Codacons chiedono una inversione di tendenza per salvaguardare la crescita del mercato ed i diritti degli assicurati.

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