Site icon Codacons Lombardia

REFERENDUM DEL 15/16 GIUGNO: IL CODACONS DIFFIDA IL MINISTRO DEGLI INTERNI







Il rappresentante del Comitato Promotore del referendum n. 2 sull`abolizione della servitù coattiva di elettrodotto, Dr. Livio Giuliani, e il Codacons hanno diffidato il Ministro degli Interni dal rendere noti i dati dell`affluenza alle urne, fino alla chiusura delle votazioni, prevista per le ore 15 di lunedì 16 giugno.
L`Ufficio Stampa del Viminale, infatti, è solito comunicare alla stampa in tempo reale i dati di affluenza alle urne delle ore 12.00, 19.00, 22.00 relativamente alla giornata di domenica. Ma per il referendum, a differenza di tutte le altre consultazioni elettorali, l’affluenza è determinante, ex art. 75 della Costituzione, per la sua validità. Comunicare i dati significherebbe, quindi, interferire con le votazioni, favorendo il fronte del NO. Alcuni elettori, infatti, potrebbero avvantaggiarsi scorrettamente dei dati di affluenza di domenica 15 giugno c.a. per decidere, nella giornata di lunedì 26 giugno 2003, se sia più conveniente andare a votare NO, perché si prevede che il quorum sia ormai stato raggiunto, o sia meglio astenersi, essendo il raggiungimento del quorum improbabile. Le urne vanno aperte alla fine delle votazioni ed i dati resi noti all`ultimo. Comunicare i risultati prima, significa violare il principio costituzionalmente garantito ex art. 48 della Cost., della segretezza e dell`eguaglianza del voto. In particolare non sono eguali i cittadini che vanno a votare prima della comunicazione dei dati di affluenza alle urne rispetto a quelli che, andando a votare dopo, potranno avvantaggiarsi di quel dato in più, per decidere all’ultimo momento se votare o astenersi.

Molti partiti e comitati del NO chiedono esplicitamente agli elettori di esprimere il loro dissenso al quesito referendario attraverso l’astensione che quindi è diventata a tutti gli effetti un’espressione di voto in grado di determinare l`approvazione o meno della proposta referendaria. Chi decide di astenersi lo deve fare a proprio rischio e pericolo, senza avere il vantaggio di sapere l`andamento delle votazioni.

Il Ministero degli Interni non deve interferire con l`esito del referendum, influenzando, anche indirettamente, la volontà dell`elettore e favorendo il comitato del NO rispetto a quello del SI. La comunicazione dei dati inciderebbe sulla validità stessa della consultazione. Il Codacons si è anche appellato al Presidente della Repubblica.

Exit mobile version