Appena cento minuti di udienza preliminare, in un Palazzo di giustizia silenzioso e spettrale, riportano sotto i riflettori il versante giudiziario del disatro rifiuti, parte seconda, a carico di 25 indagati. Si tratta di una prima sessione che segna novità importanti. Il gup Raffaele Piccirillo rimette subito in libertà gli ultimi tre indagati rimasti agli arresti domiciliari: l`amministratore delegato di Fibe, Massimo Malvagna, l`ex coordinatore degli impianti di Cdr Massimo Cortese e il maresciallo dei carabinieri Rocco De Frenza. Una decisione assunta contro il parere dei pm, tre mesi dopo il blitz “Rompiballe“. L`inchiesta fu così battezzata dai magistrati che avevano messo nel mirino condotte illecite sia nel trattamento dei rifiuti (la confezione delle cosidette “ecoballe“) che nella gestione più generale della fase acuta della crisi. Lo stesso gup ha poi stabilito un rinvio inatteso, al 10 ottobre, quasi due mesi: forse per consentire una più nitida maturazione del quadro indiziario, visto che, solo qualche settimana fa, alcune divergenze avevano portato ad uno strappo interno alla Procura, con i pm Noviello e Sirleo che decidono di non firmare la richiesta di rinvio a giudizio a carico dei 25 indagati, dopo che il procuratore capo Lepore aveva stralciato la posizione del prefetto di Napoli, Alessandro Pansa. La clamorosa inchiesta, lo scorso maggio, travolse con gravi accuse – truffa, falso e associazione per delinquere – alcune figure di spicco delle precedenti gestioni commissariali. Tra gli indagati, la dirigente Marta Di Gennaro, ex braccio destro dell`allora commissario Guido Bertolaso, e Michele Greco, anch`egli ex funzionario presso la vecchia struttura. Ieri, è finita l`ultima detenzione domiciliare a carico degli ultimi tre arrestati. Per i pm sussisteva ancora il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento, ma il gup osserva che ormai il gruppo Fibe è di fatto estromesso dal rapporto con gli enti pubblici e sottolinea che gli ex stabilimenti Cdr (oggi Stir) sono ormai passati alla gestione diretta dell`esercito. Il giudice prevede tuttavia per Malvagna e gli altri indagati misure sostitutive. In particolare, il maresciallo De Frenza viene sospeso per due mesi, a causa della scelta “riprovevole“ di privilegiare la protezione dei commissari alla salvaguardia ambientale; Malvagna e Cortese vengono invece interdetti da uffici direttivi delle imprese, stessa durata di due mesi: il gup cita la “spregiudicatezza“ nella condotta in favore dell`azienda, per conseguire profitti indebiti, promozioni e utili personali. Nella seduta di ieri, si costituisce parte civile il Codacons. Ed è la seconda volta per l`associazione dei consumatori, dopo l`altro procedimento che ha visto tra gli imputati anche il governatore Bassolino.