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Rincari, pasta al secondo posto dopo il gasolio

Rigatoni e spaghetti cari come la benzina. Il carburante alimentare a base di carboidrati tanto caro agli italiani si piazza al secondo posto, subito dopo il gasolio, nella lista delle voci che negli ultimi mesi hanno subito i rincari più forti. Il Codacons grida alla speculazione e annuncia l`arrivo di 194 denunce ad altrettante Procure. Mentre il Ministero dello Sviluppo economico segnala che i dati dell`Osservatorio prezzi sui costi minimi, medi e massimi della pasta rilevati nelle singole città e nei capoluoghi non sono comparabili tra loro. Come hanno certificato i dati diffusi dal Tesoro, la pasta tra gennaio e giugno è aumentata di un terzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un 30,4 per cento in più che, insieme agli aumenti di pane (+13,2 per cento) e latte (+11,8), sottolinea la continua e, sembra, inarrestabile, impennata dei prezzi. Dura la reazione dell`Associazione dei consumatori: “Questi aumenti sono il frutto di una selvaggia speculazione che integra il reato penale di aggiotaggio e per questa ragione li denunceremo a 194 Procure della Repubblica d`Italia“. A spiegare perché ora i rialzi dei prezzi di pane e pasta siano del tutto ingiustificati è il calo del costo di grano duro e frumento tenero. Il primo infatti, è passato dai 467,2 euro a tonnellata di gennaio a 349,6 euro/t di giugno, mentre il secondo da 276,5 a 238,8 euro a tonnellata. “Siamo di fronte a prezzi abnormi – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – ingiustificati a fronte di una diminuzione del grano dal 15 al 25 per cento. Se i magistrati usassero il potere, consentito dalla legge del 2005, di sequestrare i prodotti con prezzi anomali e mandare in galera gli intermediari e i grossisti che assorbono il 60 per cento di quanto pagato dal consumatore, i prezzi tornerebbero immediatamente ad essere nelle regole“. Nel raffronto tra prezzi e sui rincari della pasta interviene anche il Ministero sottolineando che se ad Aosta, i prezzi della pasta di semola di grano duro variano da un massimo di 4,8 euro al chilo ad un minimo di 1,34, con un prezzo medio di 1,89, non vuol dire che in questo centro la pasta costi di più che in altre città italiane. Ma che è indicativo soltanto di variazioni all`interno della stessa località. Il Codacons però andrà avanti con le sue denunce e si prepara anche a chiedere l`intervento dell`Antitrust perché controlli le banche, in procinto di spedire ai propri clienti le comunicazioni per la rinegoziazione dei mutui. Secondo l`accordo tra l`Abi e il ministro Giulio Tremonti, i mutuatari avranno la possibilità di ricontrattare i prestiti a tasso variabile accesi prima del 2007, ricalcolando le rate sulla base dei tassi del 2006. “Il contenuto informativo di queste lettere – fa sapere il Codacons – non è reale utilità per i cittadini, ai quali viene omessa la possibilità di potere anche usufruire delle disposizioni del decreto Bersani.

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