Anche il rapporto BNL-Einaudi su ?Risparmio e risparmiatori in Italia? – presentato oggi – conferma le gravissime sofferenze affrontate quotidianamente dai consumatori e dalle famiglie ? afferma Intesaconsumatori – insoddisfatti del proprio reddito, desiderosi di risparmiare ma ormai sempre più nell`impossibilità di farlo, timorosi rispetto al futuro e perennemente alla ricerca di investimenti `sicuri`, saldamente ancorati al mattone, estremamente critici nei confronti delle banche.
Il rapporto conferma la totale sfiducia degli italiani nei confronti di un sistema bancario esoso ed inefficiente, che accolla alla collettività i costi di servizi bancari più cari del mondo.
Se il valore del reddito nel 2002 ha rappresentato il massimo degli ultimi 10 anni, il dato del 2005, si legge nel Rapporto, “indica un netto peggioramento, che riporta la valutazione sul reddito corrente al valore medio del periodo 1993-1996, uno dei periodi difficili dell`Italia“. Passa pertanto dal 92 all`89% la percentuale di coloro che esprimono un giudizio positivo sul proprio reddito, ma solo il 3,8% degli intervistati a valutare le proprie entrate “più che sufficienti“, mentre passano dall`8,3 al 10,6% coloro che le giudicano “insufficienti“ o “del tutto insufficienti“.
Tali negative valutazioni sono più marcate in riferimento al reddito futuro, dell`età della pensione. Infatti scende dall`11 dello scorso anno all`8% la percentuale di chi ritiene che al momento della pensione disporrà di un reddito “più che sufficiente“. I giovani sono tuttavia più ottimisti: nella fascia tra i 20 e i 30 anni solo il 10% ritiene che al momento della pensione avrà un reddito insufficiente o del tutto insufficiente (percentuale che tra chi ha tra i 50 e i 60 anni arriva al 27%, e sale al 47% per chi ha oltre 60 anni).
Malgrado sia salita al valore massimo del 29 per cento la percentuale di chi afferma che il risparmio “è indispensabile“, il 51,4% degli italiani non ha risparmiato nel 2005, contro il 48 del 2004, il 45 del 2003 e il 38 del 2002. Il 2005 è quindi associato ad un ulteriore aumento del numero di individui che non risparmiano, che supera il precedente massimo storico del 2001. Coloro che riescono a risparmiare mettono da parte in media il 10% del proprio reddito.
Secondo il rapporto BNL Einaudi infine, l`investimento principe rimane sempre il mattone: l`acquisto o la ristrutturazione della casa restano infatti i motivi principali di risparmio (27%), seguiti dall`integrazione della pensione (9%), dall`assistenza medica per la vecchiaia (3,5%). E tuttavia in cima alle motivazioni ci sono i timori per il futuro: il 42% degli intervistati infatti risparmia per far fronte agli “eventi imprevisti“.
Una fotografia nera – afferma Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) – che sconfessa ancora una volta l’ottimismo ottuso del Governo, che continua a credere nelle favole statistiche di un’Istat, che rappresenta sempre più una realtà fasulla ed edulcorata, rispetto alla dura realtà di famiglie stremate,che devono sempre più tirare la cinghia ed affrontare enormi sacrifici per sopravvivere e che non riescono a vedere un futuro migliore.