Più di una volta la Corte Europea di Strasburgo ha redarguito e sanzionato l’Italia per i lunghi tempi della giustizia del nostro paese, sia in materia civile che penale. Lungaggini dei processi che spesso danneggiano i cittadini dello Stato italiano e per le quali, da qualche anno a questa parte, si sono moltiplicate le richieste di risarcimento danni, ai sensi della legge n.89 del 24 marzo 2001.
Proprio la risarcibilità dei danni causati dai tempi proverbialmente lunghi dei processi italiani sembra non andare a genio ad alcuni magistrati che, con una clamorosa quanto inaccettabile sentenza, respingono il ricorso di un cittadino che chiedeva 6 milioni di risarcimento per aver atteso invano la giustizia per anni, condannando il poveretto a pagare allo Stato 8 milioni di spese legali. La Corte d’Appello ha disposto quanto segue: ??quello che non è stato percepito nel sistema di Strasburgo sta nel fatto che il termine lungo del processo italiano, sia in penale che in civile, è ascrivibile al comportamento delle parti e dei loro difensori?. Profondamente offensiva poi la parte della sentenza nella quale si afferma: ?In Italia la maturità e la laurea in legge non si nega a nessuno e la scuola si è strutturata sulla promozione facile e sull’eliminazione della selezione?. E ancora si legge: ??la giustizia non può essere utilizzata, come lo è stato per la scuola, per eliminare la disoccupazione intellettuale di giovani, che impreparati e non idonei per altri mestieri, si rifugiano negli albi professionali per sbancare il lunario. Cioè non si può imputare alle ?forme? processuali e al garantismo voluto dal popolo italiano, una crisi della giustizia, che è voluta dalle parti e dai loro difensori, tramite precise scelte professionali?.
Parole che offendono tutti gli avvocati, e per ben due motivi. Innanzitutto dalla sentenza si evince che la maturità e la laurea in legge, in Italia, vengono date a ?cani e porci?, discriminando così chi ha dedicato allo studio tempo, energie e passione. Viene poi attribuita la causa della lentezza dei processi italiani agli avvocati e ai loro assistiti che, ?tramite precise scelte professionali?, congestionano il sistema giudiziario. Ciò si evince anche dalla parte dell’atto che recita: ??un noto magistrato italiano?ha precisato che ogni avvocato funziona da moltiplicare delle cause e che i difensori sono i creatori della crisi della giustizia, perché assecondano le scelte delle parti?.
La sentenza offende anche tutti gli insegnanti italiani, in quanto afferma: ??il corpo insegnante, che è passato da 240 mila insegnanti a più di un milione, è di livello non certo alto, ed ha prodotto la decadenza della scuola e la decadenza dell’Università?.
In pratica gli avvocati sono la causa della decadenza del sistema giudiziario italiano, e gli insegnanti di quello scolastico. Gli estensori della sentenza, Dott. Vincenzo Vitrò, il Dott. Nicola Fuiano e il Dott. Renata Silva hanno dato vita ad un atto inaccettabile, oltraggioso, offensivo e incostituzionale. Il CODACONS presenta al riguardo un esposto al Ministero della Giustizia, al Consiglio Superiore della Magistratura, al Consiglio Nazionale Forense, a tutti gli Ordini degli Avvocati d’Italia in cui si chiede un provvedimento disciplinare urgente nei confronti della Corte d’Appello di Torino che, con questa sentenza, sembra voler annullare la legge sui risarcimenti, che tutela il cittadino dai danni provocati dai processi ?lumaca?, affermando che: ??nel caso in specie non sorgono dubbi di sorta sul fatto che il legislatore, con la legge 24 marzo 2001 n.89, non ha voluto un ?sistema? diverso da quello fissato dal codice agli artt. 2043??.
L’esposto verrà inoltre presentato al Ministero della Pubblica Istruzione, al quale si chiede di valutare se sia il caso o meno di querelare i magistrati della seconda sezione civile della Corte d’Appello di Torino per le frasi offensive della dignità, della professionalità e della preparazione degli insegnanti italiani.
L’associazione ha costituito, presso la sede Toscana del CODACONS riaperta dopo un lungo periodo di stasi, un osservatorio per l’esame di tutti i decreti che saranno emessi in materia dalle varie Corti d’Appello, cui si aggiungerà uno spazio fisso sul sito www.codacons.it.