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RITARDO NEI SOCCORSI: UNA BAMBINA DI DUE MESI RISCHIA LA MORTE






Stavolta la disgrazia è stata solo sfiorata. Una bambina di 2 mesi di Como ha rischiato stamattina il soffocamento in attesa dell’ambulanza che non è mai arrivata. Alle 6 del mattino i genitori della neonata si sono resi conto delle grosse difficoltà respiratorie della figlia, e hanno chiamato il 118, richiedendo un’ambulanza. Passava il tempo e la vettura di soccorso non arrivava.
Dopo mezz’ora di attesa il padre, disperato, ha tentato in tutti i modi di far respirare la figlia, riuscendo in extremis a rianimarla. La cosa più sconvolgente di questa vicenda è che la sezione della Croce Rossa dista appena 100 metri dall’abitazione della famiglia. Avrebbe dovuto impiegare pochi minuti per raggiungere la neonata, e invece non è mai arrivata. E questo perché il telefono della sezione della Croce Rossa di Stignano (paese di residenza della famiglia) era perennemente occupato, e la centrale operativa del 118 ha dovuto dirottare la segnalazione ad una sezione più distante.

Come è possibile che il centralino di una sezione della Croce Rossa sia sempre occupato? Cosa sarebbe successo se il padre della neonata non avesse avuto la prontezza di riflessi che invece ha dimostrato di possedere? Il CODACONS chiede alla Procura di Como di accertare come si siano svolti i fatti e se ci siano responsabilità nella vicenda.
L’associazione dei consumatori chiede inoltre alla Procura di aprire un’indagine per omissione di soccorso e per interruzione di pubblico servizio, data l’impossibilità di contattare telefonicamente la sezione della Croce Rossa di Stignano. Se la bambina dovesse riportare conseguenze a causa del mancato soccorso, allora i responsabili dovranno rispondere, secondo il CODACONS, di concorso in lesioni colpose.

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