Sono tanti gli articoli del Codice della strada non rispettati dai Comuni, a cominciare da quello secondo il quale il 50% dei proventi delle multe deve essere destinato al miglioramento della circolazione e all`educazione stradale. Di solito, però, mentre per i cittadini che non rispettano il codice c`è, giustamente, una multa, per i Comuni non ci sono mai conseguenze negative.
Ebbene questa sentenza della Cassazione è per certi versi rivoluzionaria. Se non ci sono posti liberi accanto ai posteggi a pagamento si può impugnare la multa. Il che, tradotto in soldoni, secondo stime del Codacons, vuol dire che il 50% delle multe comminate nelle città è impugnabile dinanzi ai Giudici di pace, ovviamente se non sono già scaduti i 60 giorni.
Questo per la semplice ragione che nella gran parte delle città le amministrazioni hanno esteso i parcheggi a pagamento nella quasi totalità del territorio, senza alcun criterio logico. Anche laddove sono previste delle eccezioni, ossia zone a traffico limitato, aree pedonali e aree di particolare rilevanza urbanistica, i comuni dovranno dimostrare che ci si trova effettivamente dinanzi a zone di questo tipo.
L`art. 7, comma 8, del Codice della strada prevede, infatti, che le zone di particolare rilevanza urbanistica, debbano essere “opportunamente individuate e delimitate dalla giunta“ ed in esse devono sussistere “esigenze e condizioni particolari di traffico“.
Insomma non basta prendere mezza città e farne un unico posteggio a pagamento come finora si è fatto.