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Saldi al debutto, l’incognita e’ quanto spenderanno gli italiani sulle previsioni e’ guerra di cifre

Roma. I primi saldi di fine stagione di questa Italia in recessione economica. Le svendite cominciano domani e, al di là delle stime diffuse da commercianti e consumatori, nessuno è in grado di dire se, come e quanto la crisi internazionale avrà ripercussioni anche sullo sport preferito dagli italiani: fare shopping con gli sconti. Le stime prevedono un calo delle vendite pari al 30% e secondo le associazioni dei consumatori saranno colpiti anche i beni di lusso, poiché la recessione si riflette anche sulle classi medio-alte. Per il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, «quest’ultimo dato è particolarmente preoccupante perché dimostra come la crisi si stia allargando alle classi sociali benestanti. A risentirne, quindi, saranno anche i saldi sulle griffe. Un fenomeno, quest’ultimo, che si sta verificando anche negli altri Paesi europei». Quest’anno, dicono le previsioni, solo il 50% delle famiglie italiane riuscirà a fare acquisti a prezzi scontati, l’altra metà invece non avrà denaro per fare shopping. La spesa media a famiglia, spiega ancora Trefiletti, dovrebbe attestarsi a 317 euro», mentre la spesa pro capite si prevede ferma «a 120 euro». «In realtà – argomenta il segretario generale, Paolo Landi – gli effetti della crisi ancora non si sono manifestati nel portafoglio della gente». A frenare i consumi sarebbero, più che le oggettive difficoltà di cassa, le preoccupazioni e l’incertezza per il futuro.  Il Codacons fissa invece il giro d’affari di questi saldi in tempi di crisi intorno ai 3,7 miliardi di euro, in flessione del 30% rispetto alle svendite invernali dell’anno scorso. I commercianti si sforzano di essere ottimisti. «Basta con i pessimismi preconcetti – incalza Roberto Manzoni, presidente di Fismo Confesercenti – la stagione dei saldi sia piuttosto una sfida positiva alla crisi che c’è, è difficile, e richiede come ha giustamente sostenuto anche il Capo dello Stato un impegno in grado di realizzare una Italia più forte e più giusta». Manzoni liquida come «allarmistiche e campate in aria» le stime che parlano di un calo negli acquisti che può raggiungere il 30%. Anche Confcommercio si contrappone alla linea disfattista. Nelle festività natalizie, sostiene l’associazione, «non c’è stato alcun crollo dei consumi annunciato da più parti». Tuttavia, chiariscono i commercianti, si registra una «sostanziale e profonda debolezza della domanda interna che risente del primo impatto della crisi e soprattutto delle incertezze future circa la sua evoluzione». Il punto è capire se la crisi economica internazionale, al netto delle oggettive difficoltà di bilancio familiare, congelerà la propensione al consumo oppure, per contro, scatenerà la caccia all’affare dopo mesi di austerity. Gli psicologi prevedono una corsa all’acquisto e sostengono che la frenesia colpirà soprattutto le donne e le ragazzine, che però affolleranno solo i negozi più economici. «In momenti di crisi – spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Psichiatria del Fatebenefratelli di Milano – i saldi rappresentano una grande opportunità, perché ci si sente meno poveri e si pensa di poter fare affari». Ad aprire le danze ieri sono state rieste, Napoli e Potenza. Oggi è la volta di Genova, Bari, Milano, Roma, Venezia, Bologna, Palermo e Torino. A seguire toccherà a Campobasso, Ancona, a Bolzano, Perugia, Firenze e Trento, Cagliari, l’Aquila e Aosta.

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