I FURBETTI del commercio, se ci sono, hanno le ore contate. Mentre Federconsumatori e Codacons si sono mobilitate sguinzagliando nel capoluogo controllori in incognito, le associazioni di categoria fanno appello alla polizia annonaria perché vengano applicate le leggi ed elevate le sanzioni ai commercianti scorretti. Gli strumenti, infatti, ci sono. I commercianti che. effettuano saldi al di fuori del periodo stabilito, che non appongono sulla merce scontata il prezzo pieno, la percentuale di sconto e il prezzo finale, o che, infine, non separano la merce a saldo da quella a prezzo intero, rischiano sanzioni che vanno da un minimo di 516 ad un massimo di 3098 euro. Per il momento, a poco più di due giorni dall`apertura dei saldi estivi, che hanno preso ufficialmente il via sabato, nessun commerciante, dicono le associazioni di categoria, è stato multato. Gli ultimi casi, un paio, risalgono ai saldi invernali e hanno coinvolto attività con sede nel comune di Firenze. Più facile, infatti, che qualche irregolarità venga commessa in pieno centro, piuttosto che in periferia o in provincia. Ma nonostante i pochi casi che si sono verificati a Firenze, “screditare la categoria dei commercianti ? spiega Alessandro Falcini, di Confesercenti Firenze ? è fin troppo facile“. Per questo il presidente di Confesercenti Firenze Nico Gronchi ha chiesto controlli e sanzioni per chi è scorretto. Tanto più che l`irregolarità più frequente, e sanzionabile per legge, è quella di promuovere le vendite scontate al di fuori del periodo dei saldi. Ma .- attenzione ? ridurre il prezzo di un prodotto senza pubblicizzare lo sconto, si può. Ed è con questo trucchetto che tanti negozianti vendono a saldo, già prima della stagione degli sconti, evitando le sanzioni. Le segnalazioni sul nostro giornale di alcuni casi di “giochetti sul prezzi“, di paia di scarpe e giacche, fotografate in vetrina che all`avvio dei saldi, riportavano lo stesso prezzo di alcuni giorni prima, hanno scatenato diverse reazioni, ufficiali e non. Telefonate, proteste, indicazioni sui “colpevoli“ e giustificazioni degli equilibrismi sui cartellini esposti. La ragione di chi difende l`escamotage è questa: se un negoziante decide, fuori dal periodo dei saldi, di abbassare il prezzo di un paio di scarpe da 100 a 70 euro, lo può fare. Purché non indichi sul cartellino lo sconto e il prezzo originario, ma solo il prezzo già ribassato a 70 euro. La vendita promozionale, inoltre, non deve in alcun modo essere pubblicizzata. Spesso, dunque, capita, che il prezzo già scontato di un capo venga poi `ufficializzato` all`avvio dei saldi. Un comportamento poco trasparente anche se non “lesivo“ dei diritti dei consumatori. Che però , dimostra due cose. E cioè, primo, che il calo dei consumi, soprattutto nel settore dell`abbigliamento, sta portando i commercianti a ritoccare al ribasso i prezzi della merce. Secondo, che uniformare in tutte le regioni, o quantomeno nelle regioni confinanti, la data dei saldi è ormai una urgente necessità . “Ristudiare la disciplina dei saldi ? è il commento di Massimo Vivoli, presidente regionale di Confesercenti ? rivedendo le date di inizio e di fine, uniformandole fra le diverse regioni, è utile per evitare i saldi striscianti, più o meno camuffati, già in atto e la migrazione degli acquisti“. In Emilia Romagna, Liguria, Umbria, infatti, i saldi sono iniziati prima e le associazioni di categoria non escludono che in molti, tra fiorentini e toscani, o anche turisti, abbiano scelto quelle regioni per comprare a prezzi ribassati.