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Saldi, la deregulation divide i commercianti

 Contro la crisi torna la proposta di liberalizzare i ribassi stagionali dei negozi, quella di consentire saldi tutto l’anno. Il fascicolo è stato aperto direttamente dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Le Regioni ? ha spiegato il Premier ? ci hanno chiesto di liberalizzare i saldi. Che ne pensate?». E se la proposta di consentire riduzione dei prezzi in maniera più libera è stata richiesta a gran voce dai consumatori fin dalle prossime festività natalizie, invece tra le associazioni di categoria ci sono alcuni pareri contrastanti. Esclusa, per iniziare, la possibilità di applicarli fin dalla stagione autunno – inverno in corso. La Confcommercio ha detto infatti di no a una modifica in corso: «Le aziende ? spiega il presidente di Federmoda nazionale, Renato Borghi ? hanno già programmato per tempo le campagne pubblicitarie e i turni di riposo e ferie per i propri addetti». Infatti proprio ieri la Regione Lombardia ha fissato le date per i saldi invernali a partire dal 3 gennaio fino al 4 marzo. «I saldi, lo abbiamo già detto, non sono più saldi ? ha ribadito Oscar Fusini, direttore dell’area istituzionale e categorie per Ascom Bergamo ?. Non sono più infatti delle svendite di fine stagione: il 3 gennaio per una città come Bergamo non può essere considerata fine stagione per esempio. Capita così che in realtà non si smaltiscono gli ultimi abiti della collezione in corso, ma che i magazzini siano ancora pieni. Sicuramente quello che ci sta più a cuore è ripristinare il concetto di saldo come era concepito alla sua origine. I commercianti poi, in questo frangente, ci chiedono di non mollare. Liberalizzare i saldi con la crisi non contribuirebbe certo ad aumentare le vendite ma solo a spostarle. E poi vendere sempre a prezzo ribassato significherebbe dichiarare bancarotta. È giusto che ci sia una differenziazione tra primi arrivi e poi gli ultimi frangenti di stagione. La situazione economica attuale è molto seria: i commercianti ci chiedono di non abbattere la vendita tradizionale perché comunque non sbloccherebbe il mercato». Più aperti invece alla deregulation da Confesercenti Bergamo. «I saldi attualmente sono poco seri ? considera infatti Claudio Re ?: ce lo siamo detti tante volte ormai tra promozioni e saldi, di fatto i ribassi ci sono tutto l’anno e non riguardano solo la svendita di fine stagione. A questo punto, inutile continuare a prendersi in giro: meglio considerare che ogni operatore decida del rapporto con i propri consumatori». Intanto i consumatori sembrerebbero aver accolto con favore invece la proposta di liberalizzare i saldi. «Bisognerebbe permetterli da subito ?  dicono al Codacons ? basta pensare che in America li fanno già». La maggior concorrenza dovuta alla deregulation sarebbe vista di buon occhio anche dalla Cgil. «È un’iniziativa positiva ? afferma il responsabile economico, Beniamino Lapadula ? per venire incontro ai cittadini, visto che a differenza degli Usa da noi non si fa una politica di riduzione dei prezzi. Da noi al posto di ridurre i prezzi si preferisce rimanere con la merce invenduta o, nel caso delle imprese, si preferisce ridurre la produzione piuttosto che venire meno al mercato».

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