Un’udienza particolare quella che si terrà domani dinanzi la III sezione del Tar Lazio, e che discuterà il ricorso presentato dal Codacons e dall’Associazione Articolo32-Associazione per i diritti del malato contro il Decreto del Ministro della Salute Turco che raddoppia la dose lecita di cannabis per uso personale.
Verranno infatti portate dinanzi al Tribunale un numero di canne pari a quelle consentite per uso personale dal Decreto Turco, per far capire ai giudici l’elevata quantità di droga che il provvedimento permette ad ogni individuo di assumere, e verranno illustrati tutti gli effetti che la cannabis produce sul corpo e sulla mente.
Si legge nel ricorso presentato dalle due associazioni:
?Il decreto impugnato viola tutti i principi vigenti nell’ordinamento in materia di diritto alla salute. Da recenti indagini mediche, infatti, emergono chiari effetti deleteri per l’uomo ed indirettamente per la collettività. Da un punto di vista medico, il problema dell’innalzamento della soglia massima di detenzione di sostanze stupefacenti e psicotrope quale la Cannabis allargherebbe, nella migliore delle ipotesi, le dimensioni di patologie cardiovascolari e respiratorie che già rappresentano un problema sanitario con il fumo del tabacco e che le autorità sanitarie cercano di ridurre limitandone l’uso.
È prevedibile che la diffusione della Cannabis porti alle seguenti conseguenze:
1) aumento del numero di incidenti stradali durante l’intossicazione acuta;
2) aumento di casi di psicosi in soggetti normali ma soprattutto in pazienti mentali;
3) aumento di patologie a carico dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio nei fumatori cronici;
4) aumento dei casi di sindrome amotivazionale nei giovani con conseguenze personali, familiari e sociali;
5) aumento del rischio di patologie infettive, tumorali, di alterazione delle funzioni riproduttive e di disturbi nello sviluppo post-natale.
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Appare dunque evidente che gli effetti del decreto impugnato possono essere assolutamente illegittimi ed in totale violazione del primario diritto alla salute, nel momento in cui la stessa norma innalza la soglia massima di detenzione ad uso personale delle sostanze stupefacenti. Il messaggio dato dalle Istituzioni appare del tutto contrario ai principi tesi a garantire la salute, la sicurezza e l’ordine pubblico.
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Se è naturale che la proibizione degli stupefacenti comporti costi sociali – fra cui il costo di tenere in vita l`apparato di polizia e giudiziario necessario per arrestare e punire i trafficanti – ancora più ingenti sarebbero i costi sociali discendenti dalla legittimazione alla diffusione degli stupefacenti.
A fronte del costo sociale costituito dalla repressione delle droghe, starebbe il costo umano e sociale recato dal loro uso, che si accrescerebbe inevitabilmente.
Danno consistente nella messa in pericolo, per opera dello Stato, della salute dei cittadini; danno sociale, consistente nell`aumento delle risorse da devolversi per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti.
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L’aumento delle dosi consentite ad uso personale, contrastano gravemente con l’orientamento dell’Unione Europea, anche in palese contrasto con l’art.31 della Costituzione nella parte in cui prevede ? La Repubblica? protegge l`infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo?.
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Non hanno alcun modo d?essere le motivazioni addotte dai dicasteri competenti che hanno motivato l’innalzamento del consumo massimo di sostanze stupefacenti ad uso personale, adducendo il sostanziale effetto di diminuzione dei processi penali.
Per non dire dell’altra assurda motivazione data dal ministro nei vari interventi tv (che certo non valgono a sanare il difetto di motivazione dell’atto), secondo cui così saranno meno i giovani che si troveranno davanti a un Giudice per poca cannabis?!!! Il Giudice non è un mostro ma uno che fa giustizia e , tra l’altro, il numero dei ragazzi che si troveranno davanti a un Giudice non diminuirà affatto ma aumenterà semmai in quanto non è la quantità minore o maggiore che determina il fatto, ma eventi vari che non sono influenzati dalla quantità se non nel senso che la paura del processo e della punizione è l’unico elemento che può far diminuire il consumo, mentre la minor paura è elemento che lo può solo incrementare con gravissimo danno sociale trattandosi di sostanze vietate e dannose per la salute?.