(e.s.) Il ricorso di Codacons contro il Dal Molin entra nel merito dopo oltre un anno dalla prima udienza al Tar, ma difficilmente i giudici veneziani arriveranno già oggi a una sentenza. Molto tempo è andato via nel tentativo dei ricorrenti di ottenere il maggior numero possibile di atti dall’Avvocatura di Stato. Una sfida che ha visto una prima vittoria di Codacons al Tar, il 18 giugno, con la conquista della sospensiva sui lavori per la base. Il secondo round però, quello più importante perché ha riaperto i cancelli del Dal Molin agli Usa se l’è aggiudicato l’Avvocatura il 29 luglio, al Consiglio di Stato. A poco o nulla è servito il successivo tentativo di revoca da parte di Codacons: il pronunciamento di una diversa sezione del CdS non si è infatti discostata di molto, aprendo solo uno spiraglio alla consultazione popolare.
Oggi si torna a Venezia e nel frattempo i ricorsi sono diventati due: al ricorso storico di Codacons e Giancarlo Albera al quale si sono via via affiancati Comune di Vicenza, di Padova e l’aeroporto, si è aggiunto quello di Legambiente, Comitato Più Democrazia e Coordinamento dei comitati. Le udienze dovrebbero aver luogo attorno alle 16. «Il nostro augurio è che i giudici ravvisino i rischi ambientali da noi segnalati e ordinino una nuova sospensione dei lavori», dice Albera. «Il mio timore rimane l’atteggiamento del Consiglio di Stato. Può anche darsi che il Tar chieda una perizia terza». A Venezia infatti sarà battaglia tra perizie: da una parte quella del commissario Costa, dall’altra quella commissionata dal Comune di Vicenza al Centro Idrico di Novoledo e gli studi effettuati dalla Soveco di Nove dopo lo sversamento di gasolio avvenuto a Cavazzale. L’udienza del ricorso Codacons sarà pubblica, mentre al debutto di Legambiente potranno avere accesso solo i legali.