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SARS: IL CODACONS CHIEDE DI VIETARE L’ARIA CONDIZIONATA NEI LUOGHI APERTI AL PUBBLICO








Vietare l’uso dell’aria condizionata in tutti i locali aperti al pubblico. Questa la richiesta che oggi il Codacons rivolge al Ministro della Salute Sirchia. Proprio l’aria condizionata di un albergo di Pechino pare sia stato il primo canale di contagio della Sars.

Per evitare il diffondersi del virus, prosegue il Codacons, è necessario che il Ministero della salute, anche di concerto con altri ministeri, emani una circolare o un decreto con il quale vieti l’utilizzo dell’aria condizionata in tutti quei locali aperti al pubblico, come ad esempio alberghi, discoteche, tribunali, banche, ecc.

L’aria condizionata, infatti, potrebbe fungere da diffusore del virus nel caso in cui, in un luogo come una banca o un ristorante, ci sia un soggetto affetto da Sars che, anche tramite uno starnuto, faccia entrare i suoi germi nel canale di climatizzazione dell’aria, come si ipotizza sia accaduto nell’albergo di Pechino. E’ una misura, questa richiesta dal Codacons, certamente estrema, ma che serve ad evitare la possibilità di un’epidemia anche nel nostro paese.

Nel contempo, prosegue il Codacons, le singole amministrazioni devono permettere ai dipendenti pubblici di lavorare senza obbligo di indossare giacca e cravatta, al fine di evitare agli stessi i disagi dovuti al caldo degli uffici. Si pensi infatti a chi lavora in banca o negli uffici giudiziari: senza aria condizionata, i dipendenti devono poter vestirsi in maniera più leggera e confortevole.

Infine il Codacons chiede di potenziare la rete sanitaria nazionale in relazione alla lotta alla Sars. E’ necessario, al fine di evitare il diffondersi del virus, aumentare il numero di ospedali sul territorio attrezzati per riconoscere e curare la polmonite atipica, senza dover trasferire i pazienti al Sacco di Milano o alla Spallanzani di Roma. Trasferimenti, come quello della donna di Chieti scortata fino a Roma dalla polizia, che da un certo punto di vista potrebbero risultare anche rischiosi. Un paziente affetto da polmonite atipica, infatti, durante il viaggio che dalla zona di residenza lo porta a Roma o a Milano, quante altre persone può infettare?

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