SCENDONO i tassi e gli oltre tre milioni di famiglie che hanno un mutuo variabile tirano un sospiro di sollievo. Il taglio del costo del denaro deciso dalla Bce (dal 3,25% al 2,50%) dovrebbe infatti servire a raffreddare l’Euribor, il tasso interbancario che viene preso come riferimento per i mutui variabili. Tasso che, dopo aver toccato nei mesi scorsi record al 5,50%, ieri era ai minimi degli ultimi due anni: l’Euribor a tre mesi al 3,66% e quello a un mese al 3,36%. Certo, siamo ancora lontani, per colpa della crisi finanziaria, dal 2,50% della Bce ma la prospettiva è che nei prossimi mesi questa differenza si riduca rientrando nella norma di una forbice di 0,20-0,40% tra il tasso della banca centrale europea e l’Euribor. Da gennaio, comunque, è impensabile che i mutui variabili risentano subito della riduzione di tre quarti di punto dei tassi Bce ma tenendo conto che l’Euribor è in discesa da settimane le rate si alleggeriranno ancora. Lo 0,75% in meno per un mutuo di 100mila euro decennale (vedi grafico sopra) consentirebbe un risparmio rispetto all’Euribor attuale tra i 41 e i 56 euro al mese, quindi tra 472 e 772 euro all’anno. Se il mutuo fosse a 20 o 30 anni il risparmio sarebbe ancora più evidente: rispettivamente fino a 744 e 816 euro sempre all’anno. Ipotizzando comunque una riduzione dei tassi di mercato attorno allo 0,50% si potrebbero risparmiare 35-40 euro al mese e quindi almeno 450 all’anno. Ovviamente, i consumatori si attendono dalle banche qualcosa di più. Rienzi (Codacons) solleva il problema di chi in questi ultimi due anni ha sottoscritto mutui a tasso fisso oltre il 6%. Anche il provvedimento deciso dal Governo nei giorni scorsi, del resto, riguarda solo i mutui variabili. Da gennaio le banche dovranno automaticamente adeguare i tassi dei ‘variabili’ in modo che non siano superiori al 4% (senza però lo spread) ma il decreto dice anche che se al momento della stipula del mutuo il tasso era superiore al 4% il cliente non ha diritto al 4% ma può ritornare solo al tasso iniziale stipulato al momento del contratto. IN OGNI CASO, spiega Roberto Anedda, vicepresidente di Mutui Online, è probabile che la clausola di salvaguardia del 4% non serva più di tanto perché i tassi dovrebbero comunque scendere sotto questo livello. Viceversa è più interessante l’obbligo per le banche di offrire da gennaio mutui ancorati al tasso della Bce e non solo all’Euribor.