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Sciopero della pagnotta, la guerra di tutti contro tutti

Difficile stabilire se lo "sciopero della pagnotta" sia stato un successo. Certamente ha messo in luce tutte le ragioni. L’iniziativa, lanciata da Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, ha puntato i fari sul carovita invitando tutti i consumatori a rinunciare all’acquisto del pane per un giorno, rincarato di oltre il 12% in un anno. Una situazione che, dice la Confederazione italiana agricoltori, ha portato una famiglia su quattro a ridurre i consumi. E le proiezioni per il 2008, aggiunge l’organizzazione, indicano una ulteriore flessione del 2,4 per cento, dopo il -6,3% dell’anno scorso. I rincari non trovano alcuna giustificazione, dice Coldiretti, dal momento che, dopo le impennate di inizio anno, il prezzo del grano è in continuo calo. Il pane non si fa col grano ma con la farina, si difende la Federazione italiana panificatori artigiani (Fippa). Se è vero che il prezzo internazionale del frumento è calato significativamente, dice, non è stato così per la farina: secondo una ricognizione effettuata dall’organizzazione sulle fatture di acquisto presso i fornai di 55 città italiane, il prezzo è aumentato del 2 per cento. Insomma la corsa dei farinacei registrata tra gennaio e settembre 2007, che ha visto un’impennata dei prezzi del 42%, si è arrestata, ma non c’è mai stata una flessione che facesse rientrare i costi per i fornai. E soprattutto, aggiunge, il rincaro del pane è stato tutto concentrato nell’autunno scorso. Negli ultimi otto mesi, dice la Fippa, il prezzo del pane è salito meno dell’indice generale. Sulla stessa lunghezza d’onda Assopanificatori-Confesercenti: "Il pane non aumenta dalla fine del 2007 e più precisamente da ottobre se riferito a pari condizioni di mercato". Ovviamente non la pensano così i consumatori. La manifestazione, dicono, è stata un successo: le quattro associazioni che l’hanno indetto hanno svolto a tempo di record una indagine telefonica a campione, contattando circa 2.500 famiglie sparse su tutto il territorio, chiedendo loro se avessero o meno partecipato alla protesta odierna. Risultato: il 54% dei consumatori contattati ha dichiarato di aver rinunciato all’acquisto di pane e pasta. A Roma avrebbe partecipato addirittura il 63% e a Milano il 61 per cento. Per affrontare il problema Adiconsum chiede al Governo "una moratoria dei prezzi e tariffe quale risposta straordinaria di contrasto all’inflazione". Sul fronte opposto, Assipan-Confcommercio chiede un incontro urgente con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, "per fare chiarezza una volta per tutte" sul problema, sottolineando che "i prezzi della farina non sono diminuiti nonostante i ripetuti appelli da parte dei fornai". L’Aduc invoca una liberalizzazione del settore e la Fippa replica che "forse il presidente dell’Aduc non si è accorto delle liberalizzazioni di 2 anni fa". Nel tutti contro tutti della guerra del pane i fatti chiari rimangono pochi e le responsabilità confuse.

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