Il gesto simbolico dello sciopero della pasta proclamato dalle associazioni che difendono i consumatori quali Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, con l’adesione di Coldiretti, Cia, CGIL, Uil, seguito da milioni di cittadini (dai 30 ai 40 milioni) e ripreso dai TG e dalle cronache di tutto il mondo (dal Giappone all’Argentina, dalla Spagna all’Australia ai Pesi Arabi), ha fatto infuriare i rappresentanti dei bottegai, gli stessi che hanno contribuito a far raddoppiare i prezzi (1.000 lire = 1 euro) con il pretesto dell’euro ed a far uscire dalle tasche dei cittadini 70 miliardi di euro dal gennaio 2002.
Poiché il presidente di Confcommercio Sangalli, degno sostituto di Billè, ha definito la civile manifestazione in oltre 100 piazze d’Italia, con adesioni enormi anche superiori al 75% nelle Marche, una “protesta senza fondamento“, mentre la Confesercenti del presidente Venturi continua a dare numeri a spanne negando i rincari, salvo poi accusare la grande distribuzione (“sono loro che fanno il prezzo“), Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori hanno contattato gli uffici della BCE, proponendo di far effettuare, con pagamento preventivo, un corso accelerato di recupero ai signori commercianti italiani.
Mentre nel grande giorno della protesta, che le associazioni non escludono di replicare qualora non verranno dati segnali forti, concreti e tangibili di difesa del potere di acquisto delle famiglie, falcidiate dalla speculazione e taglieggiate dai rincari, la diffusione dello studio annuale sui prezzi dell’Istat, contiene dati che nascondono i rincari nelle pieghe del rapporto, mentre la BCE nel suo rapporto periodico ha certificato un aumento dei prezzi, per i prodotti alimentari, quantificabile attorno al 30%, gli ultimi ?giapponesi? come i presidenti Sangalli e Venturi, invece di prendere atto ed impegnarsi a dare il loro contributo contro la speculazione odiosa a danno dei cittadini, scivolano nel maldestro tentativo di arrampicamento sugli specchi.
La difesa del potere di acquisto e della politica dei redditi deve rappresentare la vera priorità della legge finanziaria, per risarcire milioni di famiglie vittime di aumenti speculativi, dai libri di scuola alla Rc auto, dai servizi bancari alle bollette elettriche e del gas, dalle tariffe ferroviarie ai costi delle benzine, perché in caso contrario i cittadini stremati non staranno più solo ad osservare passivamente i privilegi di una casta politica fuori dalla realtà, ma saranno costretti ad organizzarsi ed agire per la loro sopravvivenza.