Sindacati di nuovo in ordine sparso sullo sciopero nazionale della scuola del prossimo 30 ottobre, con la Cisl che ha aperto al Governo sulla possibilità di revocare la manifestazione unitaria purchè i sindacati vengano convocati in un tavolo con gli enti locali per discutere della riforma targata Gelmini. Ma Uil e Cgil non ci stanno. Tutto inizia dalle parole del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ieri in tv, a Domenica In Politica, lega – "immotivatamente" secondo la Cgil – la crisi dei mercati allo sciopero della scuola. Alla domanda della giornalista se la Cisl sia disposta a revocare lo sciopero per dare un segnale di senso di responsabilità concreta in questa fase di crisi, Bonanni ha risposto: "Volentieri, ma alla condizione che il governo convochi noi e gli enti locali per discutere di come si riorganizza la scuola". In pratica, secondo Bonanni, i sindacati potrebbero "risparmiare le forze" mettendo da parte lo sciopero della scuola e "ben volentieri le nostre energie – ha detto – saranno occupate per cose molto più importanti oggi, perchè dobbiamo far fronte a questa crisi che rischia di spazzare via non solo nostri risparmi, ma anche le nostre aziende", ma il governo deve dare delle "garanzie". Una proposta che non trova d’accordo i sindacati del comparto: né la Flc Cgil né la Uil Scuola. E se il segretario generale della Uil, Massimo Di Menna, è cauto sulla possibilità di revocare lo sciopero del settore, la Cgil è più che ferma. "La semplice convocazione non è un motivo sufficiente che consente di avere quelle risposte che ci attendiamo", ha spiegato Di Menna che chiede, come prova della buona volontà del governo, delle "modifiche al Piano generale della scuola" con un confronto a 360 gradi dall’aumento del numero di alunni per classe, all’eliminazione del tempo prolungato, all’esigenza di tutelare i precari dopo il taglio dei 130mila posti nei prossimi tre anni. La Uil è"d’accordo a ridurre gli sprechi – ha aggiunto Di Menna – ma la riqualificazione della spesa non deve avere dei contraccolpi sul personale della scuola". Dura, invece, la posizione della Flc-Cgil, che non ha la minima intenzione di sospendere lo sciopero generale della scuola: "Non riesco a comprendere cosa c’entri la crisi dei mercati con la scuola – ha spiegato il segretario generale Domenico Pantaleo – se non a peggiorare la situazione". Del resto, è soprattutto la "base" della Cgil che sente l’esigenza di scendere in piazza e durante le assemblee in corso in questi giorni nelle scuole, molti dipendenti del comparto istruzione hanno contestato proprio la linea dei sindacati, soprattutto dei confederali, ritenuta troppo attendista. "C’è l’esigenza da parte del popolo della scuola di andare ad una forte contestazione – taglia corto Pantaleo – per noi si va avanti e lo sciopero rimane confermato". Intanto il Codacons ha promosso l’apertura in tutta Italia di 100 sedi del comitato "Insegnanti e genitori" vittime del ministro Mariastella Gelmini. L’iniziativa punta ad avviare ricorsi in giudizio contro la riforma, sollevando la questione di legittimità costituzionale.