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SCIOPERO SELVAGGIO ATM: IL GIUDICE ARCHIVIA L’ESPOSTO DEL CODACONS

Era stato il Codacons, lo ricordiamo, a presentare alla Procura un esposto per interruzione di pubblico servizio in occasione della protesta dei lavoratori Atm, che in barba alla legge n. 146/90, senza alcun preavviso all’utenza, avevano, il 1 dicembre 2003, interrotto il servizio, provocando in un solo giorno un danno, considerando solo quello quantificabile in sede civile, pari a 20 milioni di euro.
Ora la sentenza del giudice che boccia le tesi del Codacons e della Procura della Repubblica. Per il giudice Luigi Varanelli lo sciopero, anche se selvaggio, è un illecito sanzionato amministrativamente, ma non è punibile penalmente perché non è previsto dalla legge come reato.
“Senza volersi addentrare nella lettura del giudice penale e non entrando nel merito della mancata identificazione dei responsabili, la sentenza è sindacabile perché con questa motivazione si legittima che un lavoratore possa scioperare in modo selvaggio, senza alcuna regola, danneggiando migliaia di consumatori. In questo modo i diritti civili dei cittadini sono gravemente calpestati. Se il comportamento dei lavoratori, che in quella occasione compirono un grave atto di prepotenza e sopruso nei confronti dei milanesi, viene legittimato con una esimente di questo tipo, si legittimano futuri comportamenti analoghi” ha dichiarato il presidente del Codacons, avv. Marco Maria Donzelli.
“Quel giorno malati non hanno potuto andare in ospedale, dottori non sono potuti andare a curare i loro pazienti, giudici non hanno potuto fare processi, anziani non hanno potuto fare la fisioterapia … insomma un danno incredibile, esistenziale e patrimoniale” ha proseguito Donzelli.
“La sentenza in ogni caso dimostra la necessità di una revisione della legge 146, una legge che all’epoca era all’avanguardia ma che dopo 18 anni richiede un aggiustamento, in particolare rispetto alle sanzioni, rimaste ferme da allora e ormai del tutto inefficaci” ha concluso Donzelli.

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