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Scontro tra ministri sulla proposta di Brunetta

Polemiche a raffica tra magistrati e il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta per la proposta di istituire i tornelli nei palazzi di giustizia in modo da controllare l’orario di lavoro dei giudici. A tutte, il ministro risponde confermando che la sua idea è un primo passo per far funzionare la macchina della giustizia. In risposta a Gerardo D’Ambrosio che aveva bollato come «stupidaggine» la proposta dei tornelli, il ministro replica: «Servono una migliore organizzazione degli uffici giudiziari e un controllo della produttività dei singoli magistrati». Secondo Brunetta, la stupidaggine è invece sostenere «che il segreto per migliorare la macchina della giustizia italiana consista nella responsabilizzazione dei singoli». Il ministro ancora una volta rispolvera la sua concezione del «controllo» sul lavoro statale come soluzione dei mali, anche strutturali, della pubblica amministrazione. E aggiunge: «Se la giustizia non funziona in Italia, e non funziona, significa che i controlli del capo ufficio, dei consigli giudiziari e del Csm non hanno funzionato». Il dissenso dei magistrati è corale. Innanzitutto, dicono gli interessati, non ci sono spazi, uffici agibili. Anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano ammette che le strutture sono insufficienti. «Stiamo lavorando a una riforma che dia efficienza al sistema» ribatte. «Abbiamo detto che sarebbe bello vedere tutti i magistrati nel pomeriggio in tribunale perchè tanti lavorano portandosi a casa i fascicoli ed è vero che lavorano. Ha ragione pure il presidente dell’Anm Luca Palamara quando sostiene che tanti magistrati non hanno un proprio ufficio». Il ministro si è augurato di poter a breve utilizzare i fondi confiscati alla mafia «e su questo siamo al lavoro con il ministro dell’Interno Roberto Maroni». Il presidente dell’Anm Luca Palamara spiega: «Attualmente il capo di un ufficio è un magistrato che per quattro anni smette di fare il giudice dovendo dedicarsi al lavoro di ufficio. E tuttavia, inevitabilmente, è lui che deve tener conto delle specificità del lavoro del magistrato». I magistrati di Bologna fanno notare che «alcuni uffici sono inabitabili». In corte d’Appello, ad esempio, «alcuni giudici non hanno nemmeno l’ufficio. In queste condizioni come si può pensare ai tornelli?» si chiede il presidente del tribunale di Bologna Francesco Scutellari e nel futuro «la situazione peggiorerà, perchè la nuova sede è inidonea per spazi e per sicurezza».  Intanto il Codacons ricorda che mancano tre giorni per firmare il ricorso al Tar contro il decreto della Pubblica Amministrazione sulle assenze per malattia. Il comitato promotore si chiama «Comitato Fannulloni operosi».

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