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Scontro tram a Milano, e’ polemica

UNO SCHIANTO violentissimo, un cozzare di vetri e lamiere e un tram che si incastra nella fiancata di un altro. E poi il fumo, la polvere, le porte che non si aprono e i passeggeri che gridano e battono terrorizzati i pugni sui vetri. Una donna urlava: «Chiamate mio marito, sto morendo», racconta sconvolto uno dei soccorritori. Sono state scene di disperazione e panico assolute quelle che ieri mattina sono seguite al violento scontro tra un jumbo tram della linea 9 e un vecchio tram della linea 29/30 avvenuto all?incrocio tra viale Bligny e via Ripamonti. UN INCROCIO maledetto che già più volte in passato è stato teatro di incidenti tra mezzi pubblici. Stavolta il bilancio parla di 25 feriti, compresi i due macchinisti dei tram, trasportati e curati nei vari ospedali di Milano per contusioni, tagli, stati di choc ed escoriazioni più o meno gravi. Ma poteva andare decisamente peggio, come avvenne a febbraio in uno schianto tra un bus e un tram che costò la vita a una donna. Stavolta, tutto è successo per uno scambio che non ha funzionato. In pratica è successo che il jumbo tram Sirio della linea 9, che procedeva lungo viale Bligny e che doveva proseguire diritto per viale Sabotino, a un certo punto ha svoltato a sinistra, in via Ripamonti, scontrandosi quasi frontalmente con il tram della linea 29/30 che andava in senso opposto. Ma quali le cause di questo errore? Due principalmente, secondo l?Atm: un guasto tecnico o soprattutto, un errore del conducente del jumbo tram, Mario M., di 34 anni. «Mi sono trovato improvvisamente in curva, senza accorgermi di nulla. Poi l?impatto», dice il macchinista, pallido e con una piccola striscia di sangue sulla manica. A inchiodarlo al suo presunto errore, però, ci sarebbe il semaforo dello scambio, detto anche lanterna, che ancora due ore dopo l?incidente indicava con la luce gialla lo scambio azionato a sinistra e non dritto. Dunque il macchinista non avrebbe usato il telecomando per rimettere i binari nella posizione giusta e procedere diritto. Ma l?Atm preferisce non dire ancora nulla di definitivo: «Sentite le testimonianze dei due tranvieri ? spiega il direttore generale delle operazioni Roberto Massetti ? i tecnici stanno ora procedendo all?esame dello scambio-semaforo: i primi test hanno confermato l?efficienza del sistema, che è di nuova generazione, dotato di 3 livelli di sicurezza». UNA PAROLA definitiva sulle reali responsabilità uscirà dall?esame della scatola nera del jumbo tram che, oltre alla velocità del mezzo al momento dello scontro, darà anche la traccia delle manovre compiute dal macchinista. Quanto alla voce circolata che uno dei due tranvieri stesse parlando al telefono al momento dell?incidente, l?Atm smentisce: «È vero che a volte i nostri autisti parlano al telefono mentre guidano, ma lo fanno autorizzati da noi, con l?apparecchio di servizio per mettersi in contatto con la sala operativa. Non usano certo il cellulare per chiamare casa». IL GRAVE incidente, che per l?intera mattinata ha paralizzato il traffico nella zona di Porta Romana, non ha mancato di scatenare polemiche sulla sicurezza e la manutenzione dei mezzi dell?Atm. C? è stato chi, come il Codacons, ha perfino preteso le dimissioni del presidente Elio Catania. Una richiesta che il sindaco Letizia Moratti ha subito respinto come «non corretta», ammettendo però che l?incidente di ieri è anche frutto dei ritardi negli investimenti. «Con la differenza ? ha precisato il sindaco ? che nell?ultimo piano industriale Atm ha stanziato 800 milioni di investimenti per migliorare il servizio, mentre in quelli degli anni passati ce n?erano molti di meno». GIUSTIFICAZIONI che ai residenti di viale Bligny non bastano. «Io abito qui da sette anni e non ho dati certi ? dice un ragazzo di Lecce appena laureatosi alla Bocconi, che è poco distante dall?incidente ? ma questo è almeno il terzo scontro con la stessa dinamica che vedo in due anni. È incrocio maledetto e mi chiedo perché è sempre il tram della linea 9 che finisce contro il 29/30».
 

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