Notti bianche, fiaccolate, cortei e occupazioni. Non si arresta la protesta anti-Gelmini. Se il centro della rivolta è la Capitale, numerose manifestazioni sono state organizzate anche in altre città: assemblee e scioperi hanno interessato gli atenei di Firenze, Siena, Bologna, Torino, Napoli, Genova, Perugia, L’Aquila, Ferrara e Lecce. Migliaia di universitari hanno invaso Roma. Il corteo, partito davanti al Rettorato de "La Sapienza", si è diretto alla Stazione Termini, dove per alcuni minuti sono stati occupati i binari dello scalo ferroviario. Ma il clou è previsto per oggi, giorno della grande manifestazione: migliaia tra studenti, ricercatori e docenti si danno appuntamento a Roma per contestare le novità introdotte dal decreto, i tagli all’università e l’introduzione delle famigerate "classi ponte". Alla mobilitazione, indetta dai sindacati di base, hanno già aderito Rifondazione e Pdci. Secondo Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, lo sciopero «sarà il più partecipato di tutta la storia del sindacalismo antagonista». A Milano, invece, i manifestanti sfileranno da Piazza Missori a via Ripamonti, fin sotto la sede del Provveditorato. Il clima di agitazione (che per ora non ha interrotto l’attività didattica nelle università) non sembra destinato a placarsi: da lunedì è attesa un’altra ondata di mobilitazioni. Dal 21 al 23 ottobre scenderà in piazza "L’Unione degli studenti", che organizzerà a sua volta una lunga serie di manifestazioni. Le sigle sindacali più rappresentative, invece, protesteranno il 30 ottobre. In giornata il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha anticipato le intenzioni dei confederali: «Confermiamo lo sciopero e lo faremo vigorosamente. Non condividiamo le scelte fatte e lavoreremo perché sia modificato il piano. C’è una discussione più politica che sindacale tale da inquinare valutazioni e posizioni». A metà novembre, infine, toccherà alle associazioni sindacali che tutelano il settore universitario. Come se non bastasse il Codacons ha annunciato un ricorso contro il decreto Gelmini. Il movimento di Carlo Rienzi ha assicurato che migliaia di genitori, studenti e docenti hanno già dato la propria adesione all’iniziativa. Nel mirino dell’organizzazione dei consumatori, oltre ai tagli all’istruzione, l’introduzione del maestro unico.