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Scuola, il ministro difende il suo piano

 Troppe classi, troppi insegnanti, troppe ore di didattica a fronte di una preparazione non qualificata. Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione, intervistata da Bruno Vespa per il suo nuovo libro Un’Italia diversa. Viaggio nella rivoluzione silenziosa in uscita il 3 ottobre da Mondadori Rai-Eri ribadisce i fondamenti della sua "dottrina" per riformare la scuola. "La nostra spesa complessiva per la scuola", ricorda il ministro, "è il 3,4 per cento del prodotto interno lordo, come la Germania, un po’ meno della Francia, un po’ più del Giappone. Siamo in media sulla spesa, agli ultimi posti sulla qualità e in eccesso sulle ore di lezione. Siamo in questo campo al primo posto in Europa. Dobbiamo ridurre le ore e far pesare di più quelle che restano puntando sulle materie fondamentali senza imparare male un po’ di tutto. Ma eliminati gli sprechi, dobbiamo premiare chi si sacrifica". Le classi in Italia che hanno meno di 10 alunni sono 10mila. Nel libro Vespa ricorda che in Corea le classi delle elementari hanno in media 32 alunni, in Giappone 28, in Gran Bretagna 24,5, in Francia 22,5, in Germania 22, in Portogallo e in Grecia 19. La media Ocse è 21.5. In Italia 18.4. Nella scuola media in Italia c’è un insegnante ogni 21 alunni, la media Ocse e della Francia è 24, in Germania 25, Gran Bretagna 19,9, Giappone 33, Corea 36. "Che senso hanno classi delle elementari con nove alunni?", chiede la Gelmini a Vespa. "Capisco in un paese di montagna, su una piccola isola. Ma in città? Di qui nasce la necessità di eliminare 87mila insegnanti in tre anni. Chi è di ruolo resta di ruolo, ma molte supplenze non saranno confermate". Intanto, In Calabria il Tar ha annullato la soppressione delle classi prima e terza della scuola media di Careri, disposta dall’Ufficio scolastico provinciale in relazione anche alle disposizioni del decreto del ministro Gelmini. E in Sicilia il Codacons, Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ha dato vita a nove comitati provinciali "Scuola, no tagli no Gelmini", che avvieranno una raccolta di firme per chiedere la revoca dei tagli e le dimissioni del ministro.

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