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SE TELECOM RINUNCIA AL CANONE LA FUSIONE CON TMC POTREBBE ESSERE LEGITTIMA

Nel grande dibattito di queste ore sulla bocciatura della fusione SEAT TMC da parte dell’Authority delle TLC tutti dimenticano che a sollevare il problema non sono stati i concorrenti televisivi o i partiti, ma i consumatori, e come al solito si tenta di ridurre tutto a una querelle politica. Il CODACONS, assolutamente apolitico e in difesa esclusivamente dei consumatori, rivendica il merito di aver presentato il primo esposto all’antitrust e avere ottenuto la bocciatura. E, infatti: · La Telecom rivendica di essere non più concessionario solo quando le fa comodo, e sia essa che il Governo dimenticano che solo pochi giorni or sono alla Telecom, proprio in nome del suo essere concessionario è stato concesso un odioso aumento del canone e una triplicazione del costo del gettone per le telefonate dalle cabine. Migliaia di miliardi che gli utenti dovranno pagare ingiustamente in un sistema che non è ancora aperto alla concorrenza e che è dominato da chi può obbligare 30 milioni di cittadini a pagare (a meno che non rinuncino al telefono di casa) quello che lei decide per canone obbligatorio. Siamo curiosi di leggere come la Telecom dinanzi al TAR dove dovrà comparire per difendersi dal nostro ricorso contro l’aumento del canone rivendicherà di essere ancora concessionario?e come, schizofrenicamente, sosterrà il contrario dinanzi al TAR dove dovrà chiedere l’annullamento della bocciatura dell’antitrust. Comunque sia nell’un caso che nell’altro, coerentemente il CODACONS sarà al TAR a difendere solo gli interessi degli utenti. · ?E’ assurdo che non si capisca? ? ha dichiarato il presidente del Codacons avv. Carlo Rienzi ? ?che la legge Maccanico difendeva e difende gli interessi dei cittadini per limitare il rischio gravissimo che la comunicazione visiva, che crea consenso e condiziona le volontà, sia monopolizzata da chi arriva già in tutte le case degli italiani con il filo del telefono?l’apertura del mercato delle TV si realizza con nuovi entranti, anche stranieri, non creando un oligopolio ancora peggiore. E poi le leggi si rispettano e se non si cambiano vuol dire che il Parlamento sovrano non lo ritiene opportuno? Le condizioni poste dall’Autorità Antitrust di Tesauro solo potrebbero impedire l’ennesima violazione alle leggi sulla concorrenza e ai diritti degli utenti-consumatori che quotidianamente sono costretti a subire gli effetti del monopolio della Telecom. E tuttavia il nodo cruciale sarà verificare in concreto il rispetto di queste condizioni tra cui ad es. l’ accesso a tutte le infrastrutture civili della Telecom tra cui anche i cavi in fibra ottica, come da sempre chiede il Codacons, accesso che avrebbe consentito una diminuzione dell’inquinamento elettromagnetico attraverso l’utilizzazione di una tecnologia meno impattante e realizzata con i soldi dei contribuenti e in molti Comuni italiani del tutto abbandonata dopo avere quasi distrutto i marciapiedi, (chiaramente tale possibilità se si fosse già verificata qualche anno fa avrebbe causato minori profitti per la TIM). Ma in attesa del realizzarsi di queste condizioni che da un lato la Telecom dice di accettare dall’altro impugna dinanzi al TAR Lazio, il Codacons interviene ad opponendum a tutela dei cittadini.

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