Secondo quanto previsto dall’art. 2051 del Codice Civile, il custode deve attivarsi per porre in essere tutti quegli accorgimenti e quelle misure necessarie perché dalla cosa custodita (marciapiede, strada, edifici, etc..) non derivino danni alle persone.
Il presupposto è che gli enti pubblici, e quindi il comune e la regione, sono responsabili dello stato di conservazione dei luoghi pubblici. Esempi tipici di cattiva custodia riguardano la vita di tutti i giorni: buche nelle strade o sui marciapiedi con rischio di caduta o di danni all’autovettura, pali divelti, segnaletica stradale insufficiente, edifici pericolanti.
In questi casi, qualora il cittadino subisca un danno, dovrà rivolgere una contestazione scritta all’ente gestore del tratto di strada allegando la prova del danno, i documenti medici in caso di accesso in ospedale, la testimonianza di chi ha assistito direttamente al sinistro e i propri dati personali.L’istruttoria degli enti pubblici, e cioè l’attività di approfondimento necessaria in questi casi, potrebbe rivelarsi più lunga del previsto fino a sfociare, in taluni casi, in mancate risposte o in immotivati dinieghi.
Per evitare di rimanere in balia della burocrazia farraginosa della pubblica amministrazione affidarsi al Codacons significa consultarsi con un esperto e, in caso di assenso, avere diritto a:
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