Moltissimi buoni postali fruttiferi che sono stati emessi nel corso degli anni erano molto convenienti per il consumatore riportando tassi di interesse particolarmente interessanti che hanno illuso il consumatore di poter ottenere somme molto elevate alla riscossione.
A distanza di anni, infatti, i consumatori che hanno fatto richiesta ai vari Uffici Postali di essere rimborsati del valore dei buoni con gli interessi applicati, hanno ricevuto l’amara sorpresa che il loro buono valeva assai di meno di quanto si sarebbero aspettati.
Anche in questo caso è possibile agire contro Poste per ottenere il rimborso del buono postale fruttifero corretto, a nulla potendo valere la differenza di rendimento, calcolata dall’intermediario sul buono postale della serie di riferimento differente.
Attenzione anche alla ritenuta fiscale, che Poste calcola in maniera differente da quanto invece dovrebbe essere fatto, secondo la normativa statale.
Di recente, proprio il Tribunale di Milano, con sentenza dell’8 febbraio del 2022, ha disposto come Poste, mediante l’emissione dei Decreti Ministeriali, non possa in alcun modo derogare a fonti di rango superiore (ossia la Legge!) modificando i presupposti d’imposta.
Al consumatore spetta il rimborso dei buoni postali fruttiferi ottenuto mediante la sottrazione dell’importo della ritenuta fiscale effettuato una volta sola al termine della capitalizzazione degli interessi, e non annualmente come invece afferma Poste!
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