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SOSTEGNO DEI CONSUMI: ECCO LE PROPOSTE DELL’INTESA DEI CONSUMATORI








Difficilmente le misure d’incentivo al consumo che il governo si appresta ad approvare con il varo della prossima finanziaria riusciranno a rivitalizzare la crescita economica che, in questo periodo, appare languire. Basti ricordare che le ultime vendite in saldo hanno registrato quasi un fallimento, vista la scarsa disponibilità alla spesa da parte dei consumatori. Alla crisi dei consumi ha contribuito la forte inflazione settoriale dei prodotti la cui domanda è rigida, come il comparto alimentare, e ortofrutticolo in particolare, settore che ha visto aumenti dei prezzi anche del 55% in ragione annua. Tutto questo ha determinato un forte senso d’incertezza per il futuro della propria capacità di acquisto nei ceti a reddito medio e basso. Se non si risolve il problema inflazione per i beni a domanda rigida, è illusorio cercare di incentivare i consumi di beni durevoli, come intende fare il Governo. Sono ben altre le misure che devono essere avviate per incentivare i consumi.

Secondo l’Intesa dei consumatori per il rilancio dei consumi occorre:


1) favorire la rottamazione di prodotti inquinanti


2) promuovere accordi con esercenti e categorie professionali per bloccare o diminuire prezzi e tariffe


3) istituire incentivi per i giovani o cooperative di giovani (o organizzati in altre forme ) finalizzate all’apertura di attività commerciali nelle città e incrementare iniziative come quella del prestito d’onore a sostegno dell’imprenditoria giovanile per l’apertura di punti vendita di prodotti locali o artigianali;


4) riforma della filiera ortofrutticola prevedendo quote di produzione agricola che arrivi direttamente sui mercati.


Altre misure da adottare immediatamente sono la riforma del mercato elettrico, dando impulso all’Acquirente unico che spunti i migliori prezzi per il consumatore, la riforma dell’Rc auto che può dare risparmi ben superiori agli incentivi che il governo intende varare, e, infine, riformare profondamente il settore della distribuzione al dettaglio visto il preoccupante divario che si è aperto fra i prezzi alla produzione e quelli al consumo a partire dai primi mesi del 2002.

L’Intesa dice no a quelle defiscalizzazioni e detassazioni rivolte unicamente alla produzione che, senza incentivare i consumi, finirebbero di gravare sull’intera collettività e chiede un incontro col Presidente del Consiglio Berlusconi.




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