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SPOT POSTEPAY DENUNCIATI ALL`ANTITRUST










Poste italiane ha lanciato un nuovo servizio: POSTEPAY, una sorta di carta di credito ricaricabile. E per il lancio del prodotto ha scelto una campagna pubblicitaria che è stata bocciata dal COPACONS (Osservatorio del Codacons per il controllo delle pubblicità). Nel primo claim pubblicitario TV, infatti, si rappresentano due ragazzi in alto mare con la propria barca in avaria i quali chiedono soccorso ad una barca di passaggio che accetta si di scortarli…ma solo dietro pagamento di 1.000 euro. I ragazzi allora, sprovvisti di contante, risolvono l`incidente telefonando alla mamma, che immediatamente provvede da casa, a ricaricare la Postepay.

Ebbene, tale messaggio è non solo diseducativo sul piano morale, ma addirittura contrario alle disposizioni di legge, in particolare al Codice della navigazione, molto rigido in fatto di soccorso in mare, che impone il soccorso gratuito del naufrago.

Per questo il COPACONS ha chiesto alle competenti autorità la sospensione immediata dello spot.
Sul piano tecnico, invece, il prodotto Postepay non rappresenta niente di nuovo, in quanto ricalca le carte di credito ormai in uso da moltissimo tempo, e perché già esistono carte ricaricabili per gli acquisti via internet.

Per quanto riguarda il secondo spot, che da sicurezza ai consumatori circa l’utilizzo della carta per gli acquisti via internet, questa non sembra affatto più sicura delle altre carte di credito in circolazione: infatti è vero che la carta è ricaricabile, ma se un malintenzionato su internet si appropria del numero e la clona può comunque rubare la ricarica ossia fino a 2.000 euro per volta utilizzandola per se.
Quindi anche questo spot è stato bocciato ed è stato chiesto lo stop alle Poste, all`Antitrust e al Giurì di autodisciplina pubblicitaria.
In complesso poi la pubblicità della Postepay che punta sulla sua convenienza economica non dice che 5 euro per accedervi rappresenta un costo elevatissimo se si tiene conto del fatto che Poste italiane già guadagna gli interessi sulle somme anticipate dai clienti che la acquistano e che versano 2.000 euro che poi spendono in tempi lunghi, mentre quelle stesse somme liquide vengono utilizzate a tassi alti da Poste.

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