VENEZIA – Sospiro di sollievo dei commercianti per il suggerimento dell`ormai ex assessore Fabio Gava al proprio successore (probabilmente Vendemiano Sartor) di accantonare il suo progetto di legge relativo ad un aumento di superficie di 350 mila metri quadri a favore della grande distribuzione. Una bandiera bianca alzata dopo la guerra contro il provvedimento combattuta per un anno da Confcommercio. La vittoria E proprio il presidente veneto dell`associazione di categoria, Francesco Morando, pur ringraziando l`onorevole del Pdl per il dietrofront, rimane “vigile“. Alla retromarcia Gava aggiunge infatti l`esortazione a ridiscutere l`ulteriore espansione degli ipermercati nell`ambito di un piano triennale per il commercio. “E` una questione spinosa – dice Morando – la battaglia contro il dilagare della grande distribuzione per noi resta prioritaria. Anche per tutelare dalla concorrenza dei colossi stranieri i centri commerciali già esistenti. Sarà il primo punto da dibattere con il nuovo assessore all`Economia: il Veneto è ai vertici nazionali ed europei per la diffusione degli ipermercati. La Ue ne consiglia 150/200 metri quadri ogni mille abitanti, noi ne abbiamo 383“. Confcommercio all`inizio di luglio incontrerà i capigruppo di An, Udc, Lega, Fi e Pd, dopodichè avanzerà in Regione una serie di richieste. E cioè la tutela dei negozi al dettaglio, soprattutto nei piccoli Comuni dove stanno sparendo, il rilancio dei centri storici, il freno alle aperture festive (il Pdl ne vorrebbe più di 8, oltre a quelle natalizie), la revisione dei criteri di autorizzazione della media distribuzione. Quest`ultimo punto interessa molto anche Confesercenti, che l`allarme contro la media distribuzione, ugualmente responsabile della scomparsa di migliaia di rivendite al dettaglio (in Veneto ne sono rimaste meno di 50 mila), l`ha lanciato da tempo. “Città e botteghe di vicinato devono trovare nuova linfa – dichiara il presidente regionale, Maurizio Franceschi – nella competizione e nella programmazione. La Regione preveda nuovi insediamenti, qualificati e non impattanti sull`ambiente. E` necessaria una nuova legge sul commercio“. I consumatori A sorpresa, anche due tra le più grosse associazioni dei consumatori applaudono il dietrofront di Gava. “L`attuale tessuto commerciale locale va mantenuto com`è – spiega Walter Rigobon, segretario veneto di Adiconsum -. Il punto non è incrementare la grande distribuzione ma salvare la piccola, con incentivi, pensando a cambi di orario, spingendola a specializzarsi, per esempio nei prodotti tipici. Veder chiudere tanti esercizi al dettaglio non è un vantaggio per nessuno: così l`economia ristagna“. “I negozi di quartiere e di vicinato sono in grave difficoltà – concorda Franco Conte, presidente regionale del Codacons – hanno una valenza di vivibilità delle città che si sta perdendo, a scapito soprattutto degli anziani. Non facciamoci abbagliare dal luccichio dei centri commerciali, che non inducono affatto al risparmio anzi esortano a spendere di più e magari per il superfluo, e aiutiamo invece la piccola distribuzione. La Regione predisponga aiuti per il pagamento di affitti sempre più cari, per la formazione del personale e per favorire il passaggio generazionale. Solo così arriveremo a un sistema equilibrato e virtuoso“. La voce fuori dal coro Ma c`è anche chi ricorda gli aspetti positivi dei centri commerciali. “Hanno calmierato i prezzi – sostiene Lorenzo Miozzi, presidente veneto del Movimento Consumatori – sia perchè, acquistando grandi quantità di merce, ottengono buone condizioni dai fornitori, sia per la scelta di farsi produrre articoli col proprio marchio da vendere a costi bassi. Non si può bloccarne l`espansione: se il negozio al dettaglio non si rinnova, è comunque spacciato. L`ostruzionismo è dannoso, meglio un atteggiamento di apertura: in alcune zone, già sature, è assurdo proporre nuovi ipermercati, possibili invece in altre aree“. Michela Nicolussi Moro Affollati L`interno di un centro commerciale. Secondo Confcommercio ce ne sono 383 metri quadri per mille abitanti