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Suini alla diossina, controlli anche sui bovini

 Preoccupazione per la carne a rischio diossina proveniente dall’Irlanda. I controlli sono partiti e si sono estesi alla carne bovina. 42 partite di carne rintracciate e sequestrate. I consumatori chiedono che venga estesa l’etichettatura obbligatoria. Allarme, polemiche e preoccupazione per il caso dei suini irlandesi alla diossina. I controlli sono partiti e si sono estesi anche alla carne bovina. Ieri i Nas hanno effettuato 120 controlli sui supermercati, mentre i primi dati resi noti dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini parlano di 89 partite di carne suina importate dall’Irlanda a partire da settembre, fra le quali 42 sono state rintracciate e sequestrate. Dalle associazioni di categoria arriva l’invito a non alimentare allarmismi ingiustificati. Il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha affermato che la situazione "è assolutamente sotto controllo". I consumatori chiedono che venga estesa l’etichettatura obbligatoria dell’origine. Ma gli aggiornamenti continuano a destare preoccupazione: in Irlanda sarebbe stata trovata diossina anche in alcuni bovini che hanno mangiato il mangime contaminato dagli oli industriali. Fra chi chiede di evitare allarmismi ingiustificati c’è la Cia, Confederazione italiana agricoltori: "Carne bovina, prosciutti, salumi, zamponi e cotechini venduti in Italia sono sicuri", afferma l’associazione, che chiede di "tenere sempre alta la vigilanza nei controlli da parte delle autorità preposte" e chiede di estendere a tutto l’agroalimentare l’etichetta d’origine del prodotto. "Non ci sono rischi per i mangimi alla diossina nella filiera di bovini e suini. L’Italia ha un sistema di controlli delle carni che garantisce i consumatori in maniera seria ed efficace": è quanto dichiara il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni. Confagricoltura ricorda come per la carne bovina "sia possibile per il consumatore individuare in etichetta fin dal primo gennaio 2002 se il prodotto in offerta è stato ottenuto da un bovino nato, cresciuto e allevato in Italia o se viceversa si tratta di carne d’importazione", aggiunge che le importazioni dall’Irlanda sono pari a "non più dello 0,4%" e che "i rigidissimi controlli a cui gli allevamenti italiani – al pari di quelli bovini – sono costantemente sottoposti assicurano la possibilità d’acquistare prodotti non solo sanitariamente ineccepibili ma anche di qualità superiore". Secondo l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) è "giusto rassicurare i consumatori italiani, ma da questa crisi alla diossina bisogna imparare a raddrizzare il tiro". "E’ arrivato il momento – afferma l’ANMVI – di cambiare il modello classico della vigilanza e "imporre" alle Regioni e alle ASL di riprodurre sul territorio la struttura centrale, integrandola con la componente professionale". Per l’associazione "è venuto il momento in cui il controllo deve partire dal campo, con una vigilanza sulla produzione vegetale e mangimistica, includa i veterinari delle aziende e degli allevamenti e chiuda il cerchio con i medici veterinari pubblici che valutano i rischi aziendali e li gestiscano durante la crisi". Alle azioni di controllo prendono parte, insieme ai Nas, anche i Servizi veterinari territoriali. Come spiega il SIVeMP, Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica, "i controlli ed i sequestri in atto consentono di ritirare dal mercato i prodotti sospetti di contaminazione, garantendo il consumatore finale. La capillare distribuzione territoriale dei servizi veterinari, attivi in tutte le Aziende Sanitarie Locali, e l’attuale sistema di controlli che consente una tracciabilità di filiera, consente di operare con celerità ed efficacia – scrive il sindacato – In questa, come in altre occasioni analoghe di allerta, la celerità di risposta dovuta all’articolazione territoriale e capillare dei veterinari ufficiali, uniti all’impianto di un sistema basato sulla tracciabilità del prodotto e sull’analisi del rischio consentono di fornire adeguate garanzie al consumatore finale". Ma gli allarmi, e le polemiche, non mancano.  Dal Codacons è arrivato l’invito a non acquistare cotechino e zampone per le feste di Natale. "Non comprate per le prossime festività cotechino e zampone", è il monito dell’associazione. Ma dal sottosegretario Martini arriva uno stop: niente allarmi sullo zampone e sui prodotti di Natale perchè si tratta di prodotti lavorati con mesi di anticipo. "Questi prodotti sono stati confezionati prima del primo settembre e quindi non destano preoccupazioni – ha rassicurato Martini – I nostri controlli stanno funzionando". Da Legambiente arriva invece una sferzata per l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare: "Qualcuno svegli l’agenzia sulla sicurezza alimentare di Parma per favore". "Ancora una volta la famosa Agenzia per la sicurezza alimentare europea brilla per l’assenza – ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura di Legambiente – Anzi, nel pieno dell’allarme ci fa sapere che domani dovrebbe pronunciarsi al riguardo. Allora attendiamo fiduciosi. E chissà se anche questa volta dirà che non esiste alcun problema e possiamo stare tranquilli". Per Legambiente il problema della carne alla diossina evidenzia "la fragilità del sistema dell’allevamento intensivo". "Sarebbero necessari continui controlli in tutte le fasi della filiera per poter garantire la salubrità dei prodotti – ha sottolineato Ferrante – Ma nessun cibo potrà mai essere buono e sano a prescindere dalle condizioni di allevamento degli animali che, pur destinati alla macellazione, dovrebbero veder riconosciuto il rispetto del benessere animale e delle proprie caratteristiche di specie a partire da una corretta e adeguata alimentazione".

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