Entro una settimana le banche dovranno inviare ai clienti le comunicazioni relative alla rinegoziazione dei mutui prima casa, secondo una norma pensata per difendere il potere d`acquisto delle famiglie, in forte difficoltà a seguito dell`aumento dei tassi negli ultimi anni. Ma i consumatori accusano già gli istituti di credito di scarsa trasparenza e si rivolgono all`Antitrust. Nel rispetto della convenzione tra Abi e ministero dell`Economia che dà attuazione al decreto legge 93/08, la possibilità di rinegoziazione riguarda i titolari di mutui a tasso variabile e con rata variabile stipulati o “accollati“, anche a seguito di frazionamento, entro il 28 maggio 2008, per acquisto, ristrutturazione e costruzione dell`abitazione principale. Gli istituti di credito dovranno fornire ai clienti un`informazione trasparente, chiara ed esaustiva delle opportunità ora a disposizione: mantenere il piano di ammortamento in corso, rinegoziarne le condizioni, avvalersi della portabilità stabilita dal decreto Bersani. La lettera dovrebbe quindi spiegare chiaramente l`importo originario e residuo del mutuo, il tasso applicato e la media del 2006, la rata attuale e quella derivante dalla rinegoziazione. Benefici, insomma, ma anche eventuali svantaggi. Anche se il rimborso in corso è particolarmente oneroso, infatti, cambiare condizioni non è automaticamente conveniente. Per questo le informazioni delle banche risultano particolarmente utili ai consumatori. Alcuni istituti hanno già provveduto a inviare la comunicazione ai clienti, altri ancora no. Ma, al di là dei tempi, il Codacons chiede un intervento dell`Antitrust affinché “imponga agli istituti di credito maggiore trasparenza, tutelando i mutuatari e dando loro la possibilità di utilizzare i benefici e i vantaggi del decreto Bersani“. Il Codacons definisce “non di reale utilità “ il contenuto delle lettere informative che le banche stanno inviando, in questi giorni, ai propri clienti in merito alla rinegoziazione del mutuo sulla prima casa. Nelle lettere, spiega l`associazione in una nota, “gli istituti di credito avvertono della possibilità di avviare la pratica, prevista dalla convenzione firmata tra l`Abi e il ministro dell`economia, Giulio Tremonti, ma viene omessa la possibilità di potere usufruire delle disposizioni del decreto Bersani relative al contratto di mutuo. Diffidiamo le banche – continua il Codacons – dall`invio delle comunicazioni che non offrano agli utenti il ventaglio delle possibili alternative“. La possibilità di rinegoziare i mutui dovrebbe alleggerire il carico delle famiglie e ridare ossigeno ai consumi. I casi internazionali, d`altro canto, suggeriscono di mettere in atto ogni possibile strumento in tal senso. È di ieri la notizia secondo la quale in Francia il “pacchetto fiscale“ varato un anno fa per rilanciare il potere d`acquisto contribuirà nel 2008 e nel 2009 con 0,3 punti alla crescita del Pil. Fra le misure, il ministro dell`Economia, Christine Lagarde, ha elencato anche i crediti di imposta riconosciuti sugli interessi dei mutui per la casa, che viene tuttavia contestata per i suoi costi. La legge, “adottata nel momento preciso in cui la crisi finanziaria produceva i suoi primi effetti, ha largamente attenuato le conseguenze del rallentamento economico“, si è rallegrato il governo francese che deve ora far fronte a una difficile situazione finanziaria e una crescita che, dopo aver accusato una contrazione dello 0,3% nel secondo trimestre, si avvia a chiudere l`anno a un ritmo dell`1-1,3%. Ed è in corso, negli Usa, il tentativo di allentare le tensioni su Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie semipubbliche specializzate in prestiti ipotecari, in forte difficoltà . Gli analisti concordano nel ritenere che il modello debba essere rivisto nel lungo termine. Per esempio, con l`acquisizione da parte del governo e il frazionamento in società più piccole da vendere agli investitori, così da ridurre i rischi delle conseguenze di un eventuale fallimento.