Il 54 % dei siracusani ha aderito allo sciopero dei consumatori contro caro pasta e pane, proclamato ieri dai consumatori. Secondo i dati forniti dal Codacons, in quasi tutte le province della Sicilia è stata superata la soglia del 50 %, un modo per protestare contro gli ultimi rincari della pasta (oltre il 30%, il rialzo più forte dopo il gasolio), pane (13,2 %) e latte (11,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «Siamo soddisfatti – afferma Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons – ma è solo un modo per portare all’attenzione di Governo e magistratura il problema delle speculazioni sui prezzi. Bisogna porre fine a questo scempio e fare in modo che i responsabili dei rialzi fraudolenti dei prezzi finiscano in galera. Se i magistrati usassero il potere, consentito dalla legge del 2005, di sequestrare i prodotti con prezzi anomali e mandare in galera gli intermediari e i grossisti che assorbono il 60% di quanto pagato dal consumatore i prezzi tornerebbero immediatamente ad essere nelle regole». Agguerrito, Tanasi ha inviato in tutta la Sicilia 200 «guardie-prezzi» (aderenti ai Consumatori italiani e al Codacons), nei negozi, supermercati e mercati della Regione. A Siracusa erano una decina in tutto, in «borghese», e i dati riscontrati serviranno nel caso in cui si volesse denunciare l’esercente per aggiotaggio. «Il compito dei guardia-prezzi – spiega infatti Tanasi – è di verificare la presenza di eventuali e probabili aumenti indiscriminati, per poi denunciare gli abusi alle autorità competenti». Il Codacons si rivolge ai consumatori, lanciando un appello ai cittadini, affinché collaborino denunciando le irregolarità riscontrate. «È fondamentale la collaborazione dei consumatori in questa fase di osservazione del fenomeno – conclude Tanasi – e per questo chiediamo a tutti un piccolo sforzo di attenzione, per favorire un rientro più rapido dell’emergenza prezzi, grazie alla denuncia costante e massiccia delle irregolarità in tutta l’Isola».
Se la prende con i grandi centri commerciali, invece, il presidente provinciale di Confesercenti, Arturo Linguanti, che non ritiene un successo l’iniziativa delle associazioni a difesa dei consumatori. «Secondo me è fallita – replica – anche perché chi ha il comparto alimentare, a Siracusa, è la grande distribuzione organizzata. L’attenzione maggiore dovrebbe essere rivolta a questi grossi colossi che condizionano il mercato. Loro operano su migliaia di referenze (8.000) e usano i prezzi più bassi come specchietti per le allodole mentre i piccoli agiscono solo con poche centinaia e non possono farlo».