Non è la prima volta che viene scoperto un mercato sul caro estinto fatto di tangenti. Fin dal 2001, quando lo scandalo scoppiò a Torino, il Codacons denunciò che le tangenti delle camere mortuarie riguardavano tutto il territorio nazionale. Per un milione di lire all`epoca infermieri corrotti trasmettevano notizie sui decessi alle agenzie funebri che si scaraventavano come avvoltoi sui parenti.
Il Codacons ricorda che sul caro estinto non si sono ancora recepite le indicazioni dell`Antitrust che nel maggio del 2007 aveva evidenziato gravi distorsioni del mercato e che auspicava una netta separazione tra le gestioni pubbliche delle camere mortuarie e dei cimiteri e le attività commerciali delle onoranze funebri. E` necessario vietare per legge che gli ospedali o i comuni, per garantirsi un`entrata, affidino a una società di onoranze funebri la cura delle camere mortuarie o la gestione dei cimiteri.
Il business del caro estinto – prosegue l’associazione – genera un giro d`affari di 3 miliardi e mezzo di euro per più di 5.000 imprese funebri. Un funerale medio in Italia costa 3.500 euro. Secondo una stima del Codacons il 10% degli italiani è ormai costretto a chiedere il pagamento a rate per le onoranze funebri. Ma nelle grandi città si arriva al 20%. In crescita, per la stessa ragione, la cremazione, visto che il suo costo si aggira mediamente sui 300 euro.
Il Codacons, infine, chiede ai comuni di gestire direttamente quello che ormai è diventato il business dell`elettroilluminazione votiva. Una tassa occulta su ogni morto. Il costo effettivo dell`illuminazione, trattandosi di una lampadina in bassa tensione, anche considerando la sua sostituzione periodica, è inferiore ad un euro. Eppure le società, anche private, che gestiscono, grazie ad appalti spesso ventennali, questo servizio incassano mediamente 15 euro all`anno (16,58 a Milano, 24,24 euro per la Acea di Roma). Anche su questo aspetto il Codacons chiede alla Guardia di Finanza di indagare.