Il CODACONS definisce grave la decisione della Corte di Giustizia del Lussemburgo sulle tariffe degli avvocati italiani.
In base alla sentenza della Corte a queste tariffe non si devono applicare le norme comunitarie in materia di concorrenza, poichè il processo di formazione dei corrispettivi minimi e massimi non è delegato esclusivamente agli ordini forensi, ma viene redatto, previo controllo, dal Ministero della Giustizia.
Formalmente la procedura di approvazione delle tariffe è affidata al ministero della Giustizia – fa notare il CODACONS – ma di fatto gli importi di tali tariffe vengono decise dalle organizzazioni di categoria. Lo Stato, in parole povere, si limita a recepire le indicazioni degli ordini forensi.
Tale pratica, continua il CODACONS, lede i diritti di alcune categorie sociali. Si pensi, ad esempio, a quei soggetti ?deboli? che non sono i grado di affrontare le tariffe minime degli avvocati. Queste persone rischiano di dover rinunciare al proprio diritto alla difesa, riconosciuto dalla Costituzione italiana. A tal fine alcuni legali dell’associazione si sono autodenunciati all’Ordine degli Avvocati di appartenenza per aver praticato tariffe inferiori a quelle minime.
Sarebbe opportuno invece stabilire le tariffe minime degli avvocati tenendo conto dell’opinione di tutti i soggetti interessati, a partire dalle associazioni di utenti e consumatori che svolgono l’importante funzione di tutelare i diritti dei cittadini.
Le tariffe minime, prosegue l’associazione, sono inoltre lesive della concorrenza e violano l’art. 85 del Trattato Ce. Si pensi, ad esempio, a un giovane avvocato che, appena entrato nel settore, voglia conquistare quote di mercato praticando prezzi particolarmente convenienti (come avviene in tutti i settori commerciali). Costui sarà costretto a praticare prezzi stabiliti aprioristicamente senza poter fare concorrenza ai colleghi.