Ammontano a circa 900 mila gli euro che Veritas incassa all’anno, nell’area che comprende la provincia di Venezia e un pezzetto di quella di Treviso, dagli utenti la cui rete fognaria non è allacciata ad un depuratore. Questo sulla base di un calcolo effettuato dall’azienda, che ha fatto il conto di quanto versano nel complesso i 10 mila utenti ai quali è stato sospeso il pagamento della tariffa di depurazione, dovuta in base alla percentuale dell’acqua utilizzata. Di tanto dimagriranno le casse di Veritas, che ha «bloccato» in via cautelativa il pagamento in attesa di capire come muoversi. Altrettanto non accade nell’area coperta dal Consorzio Sile Piave Spa, che invece intercetta nella maggior parte comuni della provincia di Treviso, in molti casi bagnati da falde molto utili a sopperire a gap di questo genere. La questione è diventata attuale con la pubblicazione della sentenza 335 della Corte Costituzionale, relativa alla quota di tariffa del servizio idrico con riferimento alla depurazione delle acque depositata il 10 ottobre. «Stiamo effettuando delle verifiche sulla sentenza – spiega il presidente del Sile Piave, Ugo Quintavalle – ma di fatto non siamo toccati dal problema e in ogni caso l’azienda non fa pagare alcuna tariffa agli utenti, se ce ne sono, che si trovano in questa posizione». Anche perché alcune zone non avevano nemmeno l’acquedotto e la Regione aveva autorizzato i pozzi del Genio civile, tanto che questi residenti non pagavano né l’acqua né i reflui. E c’è chi si approvvigiona dalle falde e dalle risorgive. «In ogni caso – prosegue – stiamo eseguendo i necessari controlli per quel che riguarda le interpretazioni». Specialmente relativi alla retroattività di applicazione. «Il problema per noi è marginale, in ogni caso siamo sempre disposti a rimborsare qualsiasi utente (finora non è accaduto) ci segnali di aver pagato per un servizio non fruito e venga da noi con tutte le carte a chiederne conto». Eppure qualche perplessità rimane. Ieri sera durante il consiglio comunale di Quarto, comune servito dal Sile Piave, la questione è saltata fuori. Specialmente in merito alla frazione di Portegrandi, allacciato da pochi anni al depuratore altinate. Ed è certo che anche l’opposizione del consiglio comunale di Marcon, chiederà chiarimenti rispetto alla sentenza per capire se il depuratore di Quarto copre tutta l’area oppure se ci sono zone a macchia di leopardo. E se all’interno delle zone scoperte, gli utenti pagano o meno il servizio non reso. La Corte costituzionale fa esplicito riferimento a famiglie o aziende che sono allacciate alla rete fognaria, ma la cui rete fognaria non è collegata ad un depuratore. Il Codacons ha annunciato un’azione legale a livello regionale.