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Tassi record, mutui sempre piu’ cari

Se esiste una costante immutabile, anche nelle crisi più complesse e nebulose, è la fine designata delle ripercussioni economiche: sulle spalle di piccoli risparmiatori e utenti. Quelli che hanno acceso un mutuo a tasso variabile, in particolare, saran- no i primi a quantificare il tracollo finanziario. I tassi di mercato, infatti, non arrestano la loro corsa al rialzo e promettono nuovi rincari delle rate mensili. Ieri l’indice Euribor sui prestiti a tre mesi ha segnato un nuovo aumento, toccando quasi il 5,34% (era dalla fine del 2000 che non superava il 5%) e anche il tasso sui prestiti a un mese è balzato a quota record, arrivando – secondo le stime della Federazione dei banchieri europei – al 5,13%, un punto base in più rispetto a giovedì. Nonostante i cambiamenti di rotta annunciati dalla Banca centrale europea, che ha lasciato intuire prossime possibili riduzioni sui tassi di interesse (secondo gli economisti, già dal prossimo mese) i tassi del circuito interbancario continuano a muoversi nella direzione opposta. Con dirette ricadute negative per milioni di persone, visto che l’Euribor viene usato come riferimento per le rate dei mutui a tasso variabile. Dunque non sono bastate le possenti iniezioni di liquidità sia in dollari che in euro da parte delle banche centrali. I tassi volano alti a causa della mancanza di fiducia che attraversa i mercati: le banche continuano a trattenere liquidità, non fidandosi di prestarsela reciprocamente sui mercati interbancari, e i fondi comuni sono dirottati sui titoli di Stato. Il risultato è una scarsità di fondi sui mercati interbancari, che provoca automaticamente un rialzo dei tassi di mercato. Le prospettive degli italiani, che diversamente dagli altri europei hanno sottoscritto soprattutto mutui a tasso variabile, si fanno più preoccupanti. E spingono le associazioni dei consumatori a rilanciare l’allarme: "La colpa è delle banche – scrive il Codacons – e a pagare davvero, come sempre, saranno le famiglie, che ora rischiano di andare definitivamente sul lastrico". Per metterle al riparo dalla bufera imminente servirebbe un intervento pubblico, e nemmeno dispendioso come i piani straordinari salva-economia di questi giorni: "Il governo deve svegliarsi – avverte il Codacons – ed emanare immediatamente quanto previsto dall’ultima legge finanziaria del governo Prodi, ossia il regolamento attuativo che consentirà al cittadino in difficoltà di poter sospendere il pagamento del mutuo acceso per l’acquisto della prima casa fino a 18 mesi". Sono passati nove mesi dal cambio ai vertici di Palazzo Chigi "e ancora si attende che il ministro dell’Economia e delle finanze stabilisca le norme di attuazione del Fondo". Insomma, meglio preparasi ad affrontare il peggio. Nonostante le speranze che circondano il maxi-piano di aiuti con cui gli Stati Uniti puntano a fermare la crisi dei mutui, infatti, la suspence è ancora alta. Ieri le borse europee hanno chiuso in rialzo sulla scia di Wall Street, positiva in attesa del sì della Camera Usa al salvataggio: Milano è avanzata dell’1,82%, Londra del 2,26%, Francoforte del 2,41% e Parigi del 2,96%. Ma in molti sui mercati si chiedono se davvero i 700 miliardi di dollari promessi riusciranno a far ripartire il sistema finanziario, scosso da una crisi di fiducia che non si vedeva dal crack del 1929. La settimana di passione delle Borse ha mostrato un mercato nervoso e diffidente, timoroso di una recessione economica. Piazza Affari, come le altre borse, ha vissuto con il cuore in gola tutti gli eventi, dall’inaspettato stop di lunedì del piano Paulson al Congresso Usa, all’estendersi della crisi bancaria in Europa, dove sono stati necessari i salvataggi di Fortis e Dexia, alle vendite insistite che hanno in messo in ginocchio Unicredit: da lunedì l’indice Mibtel ha accusato un passivo del 4,89%, mentre l’S&P/Mib ha ceduto il 4,58% e l’All Stars il 5,44%. Scambi non elevati, con una media giornaliera di 4 miliardi di euro di controvalore.
 

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