Non tutti gli operai della Thyssen che hanno avanzato richiesta sono stati ammessi come parte civile nel processo per il rogo del 6 dicembre. Il gup Francesco Gianfrotta ha infatti deciso di non accogliere le istanze di 54 dipendenti che hanno sottoscritto nei mesi scorsi (qualcuno prima, la maggior parte dopo la tragedia) un verbale di conciliazione con l’azienda per il ricorso alle procedure di mobilità: in quelle carte, gli operai si impegnavano a non avanzare cause legali o richieste risarcitorie contro la multinazionale tedesca. Il no del gup alla loro richiesta significa che non avranno diritto ad alcun risarcimento nel caso di una sentenza di colpevolezza per gli imputati. Sono stati ammessi invece i restanti 46 operai che hanno avanzato richiesta (tra loro anche il sopravvissuto della linea 5, Antonio Boccuzzi, oggi parlamentare del Pd) così come i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Cobas. Ammessi poi Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. Per la Regione, il gup ha deciso sulla base delle norme che sanciscono la competenza dell’ente in materia di tutela della salute dei lavoratori e per il danno patrimoniale arrecato a causa delle spese sanitarie degli operai ricoverati in ospedale dopo l’incendio. Per quel riguarda, invece, Comune e Provincia il giudice ha tenuto conto del Testo Unico degli enti locali che attribuisce loro competenze non solo in materia di prevenzione e promozione della salute sui luoghi di lavoro, ma anche la difesa dei valori del territorio, tra i quali la tradizione industriale di Torino e dunque il rispetto per i lavoratori. Ammessa l’associazione Medicina democratica, respinta invece la richiesta del Codacons.