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Thyssen, l`Inail si ritira da parte civile

TORINO Quello Thyssen non sarà un processo lampo. I tempi dell`inchiesta della Procura sul rogo alle acciaierie torinesi che il 6 dicembre 2007 ha provocato la morte di sette operai sono stati da record: meno di tre mesi per chiudere le indagini. Così l`udienza preliminare si è aperta il 1Úluglio, amenodi sette mesi dai fatti. Ieri, però, la seconda udienza, l`ultima prima della pausa estiva, ha incrinato le speranze dell`accusa in una rapida (ed esemplare) chiusura della vicenda. Nell`aula 1 del Palazzo di giustizia il gup Francesco Gianfrotta in meno di un`ora ha recepito altre richieste di costituzione di parte civile e ha preso atto di una rinuncia, quella dell`Inail. Poi ha annunciato il rinvio del procedimento al 26 settembre e ha indicato altre due date in calendario: il 6 e il 13 ottobre. I tempi, quindi, si allungano. Anche perché la difesa dell`azienda e dei sei tra dirigenti e responsabili della ThyssenKrupp sotto accusa ha preferito definire una serie di accordi di risarcimento prima di scegliere se chiedere il rito abbreviato o andare a giudizio. “Abbiamo sanato quelle situazioni che erano oggettivamente da sanare – spiega l`avvocato Ezio Audisio – cioè le famiglie e l`Inail. Quanto alle altre richieste valuteremo“. Alla vigilia della prima udienza era stato reso noto l`accordo da 13 milioni di euro con cui le famiglie avevano rinunciato ad un ruolo attivo nel processo, pur presenziando alle udienze in qualità di parti lese. Ieri l`Inail ha annunciato la decisione di ritirare la costituzione di parte civile come effetto dell`intesa che garantisce all`Istituto un risarcimento di 1,125 milioni di euro. Altri accordi sono possibili, a partire da quello tra l`impresa e Regione, Provincia e Comune di Torino: “C`è una discussione aperta – spiega Audisio -: noi abbiamo espresso la nostra disponibilità a valutare il danno morale lamentato dalle istituzioni e a fare una donazionea una istituzione simbolo. Loro stanno discutendo se esiste questa possibilità“. Intanto però si è allungata la lista dei soggetti che intendono costituirsi parte civile: la volta scorsa, oltre all`Inail e agli enti locali, avevano presentato richiesta Fim, Fiom e Uilm, il Codacons, 80 ex lavoratori della Thyssen, i sette operai che hanno prestato i primi soccorsi ( per danno da stress post-traumatico), due cognati di Rosario Rodinò esclusi dall`accordo con la Thyssen; ieri nuove domande sono state presentate da Antonio Boccuzzi, unico superstite della squadra al lavoro sulla linea 5 e neodeputato del Pd, da Medicina democratica, dal sindacato Federazione dei metalmeccanici uniti, da altri 20 ex dipendenti, da altri parenti o persone legate alle vittime. Su tutte il presidente Gianfrotta si pronuncerà il 26 settembre. La procura, dal canto suo, auspicava un iter più celere. Uscendo dall`aula, il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha commentato: “La speranza è che questi preliminari abbiano a terminare. Il risarcimento del danni è una parte marginale del processo, bisogna accertare se ci sono responsabilità penali“.

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