E` iniziato a Torino il processo per la strage della Thyssenkrupp del dicembre scorso. Un`udienza preliminare di un`ora dedicate alle numerose richieste parti civili (Regione, Comune, Provincia, 70 lavoratori più i sette che prestarono i soccorsi, Fim-Fiom-Uilm, Inail e Codacons) per aggiornarsi a 23 luglio. In aula c`erano i parenti delle sette vittime che indossavano magliette con le immagini dei loro familiari rimasti uccisi nel rogo della vergogna. Si sono commossi, hanno gridato, volevano vedere in faccia gli imputati (gli amministratori idella multinazionale dell`acciaio) ma non c`erano. All`uscita il procuratore Raffaele Guariniello ha escluso la possibilità di un patteggiamento da parte delle difese: “Non è nelle cose. Va bene qualsiasi rito, l`importante è fare il processo e arrivare a sentenza al più presto. Abbiamo mosso accuse ben precise, sentiremo la versione degli imputati, poi toccherà al giudice decidere“. Preoccupata la difesa dell`azienda per “l`attenzione mediatica“ al processo, ha trovato anche il modo di specificare che il risarcimento volontario offerto ai familiari (12 milioni e 970 mila euro) i“costituirà un`attenuante, ma è stato devoluto per solidarietà e non deve essere interpretato come un`ammissione di colpa da parte dell`azienda“. In aula c`erano anche i segretari della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, e nazionale Giorgio Cremaschi che ha commentato: “Se la Thyssen avesse speso in sicurezza il 20% di quanto oggi ha dato come risarcimento, forse i morti non ci sarebbero stati“.