La mediazione per trovare un accordo sulla riforma del commercio c’è stata, ha dato risultati. Domani l’illustrazione, la discussione e il voto in Aula. Ci saranno sorprese? La maggioranza di centro-destra rischia? I consiglieri regionali del Pdl di Gorizia e di Trieste hanno puntato i piedi pretendendo deroghe alle aperture festive per le aree di confine. Ma il vicepresidente e assessore al Commercio Luca Ciriani e il governatore Renzo Tondo hanno tenuto duro. «Alcuni consiglieri hanno fatto una battaglia legittima chiedendo il riconoscimento della zona di confine, una battaglia che in generale ha dato risultati; infatti siamo passati da 20 a 29 aperture festive», spiega il presidente della Regione Renzo Tondo. Il governatore chiarisce pure che nella riforma sarà data facoltà di apertura direttamente ai centri commerciali, lasciando quindi l’organizzazione agli stessi responsabili che potrebbero alternare le aperture garantendo sempre il servizio. «Questa legge non intacca i comuni turistici», evidenzia ancora il presidente. «Confido che domani ci sarà il consenso necessario. Qualche smagliatura, qualche astensione fanno parte della dialettica, ma evidenzio che a Trieste hanno ottenuto un risultato, anche se parziale. Le forze politiche hanno capito e hanno fatto un passo indietro, ciò dimostra che la mediazione è stata fatta», conclude Tondo. E infatti Lega e Udc volevano 20 domeniche, ma hanno dimostrato disponibilità anche ad accettare il tetto massimo di 29. Il capogruppo del Pdl Daniele Galasso invece lavorerà fino a domani, anche durante il consiglio, per portare a casa piú consensi possibile ed evitare quelle che Tondo definisce «smagliature» nel Pdl. La riforma prevede di introdurre un limite massimo di 29 aperture domenicali l’anno, «superando l’attuale situazione di deregulation che consente aperture anche ogni domenica, senza limitazione alcuna», ha spiegato l’assessore Ciriani nei giorni scorsi. Secondo Ciriani, «se il problema di Trieste e Gorizia è garantire ai cittadini la possibilità di fare la spesa, nel testo trovano la risposta: entrambe le città avranno ogni domenica uno o due centri commerciali aperti». Per questa ragione, ha aggiunto l’assessore, «non ci sono i presupposti per la paventata fuga verso la Slovenia. Anzi – ha sottolineato – l’apertura di Ikea nel 2009 a Villesse, ad esempio, attrarrà consumatori dall’estero». «La riforma che sarà approvata – ha spiegato ancora Ciriani – garantisce un buon equilibrio tra le esigenze degli imprenditori, del piccolo e medio commercio, delle famiglie e dei lavoratori». «Lega Nord e Udc hanno fatto delle rinunce per trovare il punto di equilibrio: ci saranno degli emendamenti tecnici, ma non modificheremo l’impianto della riforma», ha concluso l’assessore. La riforma doveva essere illustrata ieri, ma visto il protrarsi del dibattito sulla mozione relativa alla legge elettorale per il Parlamento europeo, il consiglio regionale ha deciso di rinviare a domani l’esame della legge di modifica della normativa sul commercio, che inizierà quindi con gli interventi dei quattro relatori, per proseguire con il dibattito generale e per concludersi con le votazioni degli articoli, degli emendamenti e del provvedimento nel suo complesso. Da registrare ieri la protesta del Codacons davanti al consiglio regionale contro la decisione di ridurre le aperture domenicali.