Trenta risparmiatori, per la maggior parte pugliesi, hanno citato al tribunale civile di Milano l’agenzia di rating Standard&Poor’s, chiedendo un risarcimento di 3,9 milioni per il capitale investito nei titoli della banca d’affari Usa Lehman Brothers. I risparmiatori, difesi dai legali di Codacons, Confconsumatori e Movimento consumatori, chiedono di accertare la responsabilità della società di rating per aver diffuso e pubblicizzato informazioni errate sulla solvibilità della banca americana e per aver violato i principi e le norme di condotta a cui era tenuta. Le modalità e le finalità dell’iniziativa, che sarà presto estesa anche a Ficht e Moody’s è stata presentata a Bari dai presidenti regionali delle tre associazioni dei consumatori. La richiesta di risarcimento danni, hanno spiegato, sarà portata avanti dai legali nella convinzione di poter dimostrare che S&P ha garantito fino all’ultimo, insieme a Moody’s e Fitch, l’affidabilità e la sicurezza totale dei titoli del gruppo Lehman. Ad aggravare la responsabilità di Standard&Poor’s, secondo i legali delle associazioni, l’inserimento dei bond Lehman nella lista di titoli sicuri per gli investitori di «patti chiari», il consorzio costituito da 167 banche italiane. Per Codacons e le altre organizzazioni, S&P avrebbe violato anche i princìpi italiani relativi alla diligenza professionale e il codice di condotta volontario europeo Iosco il quale, è stato ricordato in conferenza stampa, «prevede che le agenzie adottino tutte le misure idonee ad evitare di divulgare analisi creditizie e rating che contengano dichiarazioni che possano risultare fuorvianti». Un’accusa che Standard&Poor’s definisce «priva di fondamento». «I nostri rating – dice un portavoce da Londra – sono opinioni sulla qualità del credito. Non sono raccomandazioni a comprare, vendere o tenere i titoli».