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Tributi scomparsi, nasce un comitato

Ammanco di un milione di euro dai versamenti per le opere di urbanizzazione: a Zocca cresce l’apprensione sulle incognite che apre questa voragine nelle casse comunali e nei controlli sulle modalità di versamento, i due oggetti dell’indagine in corso in Procura.  Una trentina di persone ha già contattato il Codacons di Modena per formare un comitato di tutela. Al centro dei timori, le ricevute delle riscossioni. Se non risultassero, infatti, i titolari potrebbero essere costretti a ripagare i tributi. «A Zocca c’è apprensione. La gente coinvolta in questa vicenda ha paura di parlarne e si può comprendere: in campo ci sono il Comune, la guardia di finanza, la Procura. E tutti si chiedono se il pagamento da loro fatto fosse regolare. Non tanto per il denaro, che è stato versato, ma per le modalità di riscossione». «Zocca è un piccolo centro, la gente si conosce ed è consuetudine non seguire tutte le procedure burocratiche come in una grande città. Anzi, si pensava di fare un favore dando al bar un assegno per pagare questa imposta: era considerato un modo per alleggerire il lavoro del tecnico comunale interessato».  Fabio Galli, presidente del Codacons di Modena, ha accettato l’incarico di occuparsi di una vicenda tanto importante quando nebulosa per dimensioni e gravità che coinvolge per il 2005 e forse altri anni alcuni dipendenti comunali – uno, forse due – che avrebbero raccolto denaro da titolari di licenze edilizie. «Finora abbiamo avuto trenta contatti.  Hanno chiesto al Codacons di occuparsene. Soprattutto, stiamo valutando la formazione di un comitato di tutela». «Si tratta quasi sempre di residenti che dovevano fare lavori edilizi. Li avviavano e dovevano pagare le opere di urbanizzazione. Il problema ora nasce però intorno alle modalità di versamento». Succedeva infatti, spiega Galli, che in un paese piccolo dove tutti si conoscono si pagava l’imposta sulla fiducia. Più che in un ufficio comunale, capitava di incontrare il tecnico competente in luoghi informali e gli si allungavano contanti o assegni. Prosegue Galli: «A questo punto dobbiamo capire se (il o) i tecnici riscuotessero il denaro rilasciando sempre una ricevuta oppure no. Pare di capire che in molti casi sia rimasta una ricevuta comunale, ma in altri no». E questa è la discriminante: infatti, chi possiede la ricevuta ha una pezza d’appoggio per il versamento; ma chi non ha ricevute come farà a dimostrare di aver pagato? «Questo è il problema. C’è timore di dover ripagare questi oneri se non esiste una documentazione del pagamento già fatto», spiega Galli. Sono gli stessi interrogativi al centro dell’inchiesta del pm Giuseppe Tibis. Alcuni zocchesi coinvolti sono già stati contattati dalla guardia di finanza. Se la vicenda risultasse confermata, dietro ci sarebbe un caso di ingente distrazione di soldi pubblici: oltre un milione di euro.  E siccome è stato proprio il sindaco Carlo Leonelli a fare presente l’ammanco alle "fiamme gialle", il Codacons gli ha chiesto un incontro in tempi brevi. «Vogliamo comprendere quale posizione intende assumere l’amministrazione comunale verso chi ha pagato», conclude Galli.
 

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