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Tutti a caccia del “colpo della vita”

«Domani potresti rimpiangere di non aver giocato oggi… ». Eh già, ci si mette di mezzo anche l’eventuale senso di colpa attraverso il messaggio pubblicitario. Lo si legge entrando in una ricevitoria o per strada a caratteri cubitali sui cartelloni pubblicitari; e come se non bastasse, gira pure la pubblicità in tv! E così al tam tam mediatico, si aggiunge anche l’eventuale «pentimento» per non aver rischiato anche un solo euro in cambio di una probabile (o improbabile… ) vincita. Già, chi non vorrebbe tentare di centrare un fantastico 6 che vale più di 83 milioni di euro? E allora, in barba alla crisi economica giocano tutti, ma davvero tutti: dai ragazzi a scuola agli anziani con la busta della spesa in mano (magari di ritorno dal mercato dove hanno contrattato sul prezzo degli alimenti acquistati).
Giocare anche un solo euro al Superenalotto può valere come antidepressivo contro l’angoscia generata dalla crisi economica di questo periodo, almeno secondo la federazione italiana psicologi e psicoterapeuti. «La crisi economica – spiegano gli esperti – genera frustrazione e ansia, potersi giocare un’opportunità al Superenalotto agisce come un antidepressivo: la speranza emotiva e l’adrenalina nel controllare i numeri esatti possono aiutare a stare meglio. Nei periodi di crisi le persone percepiscono che è in atto un forte cambiamento e cercano di illudersi e divertirsi il più possibile».
Ma l’altro lato della medaglia di un gioco che vede crescere in modo straordinario il montepremi e che questo diventi una vera e propria «droga». Un fenomeno che il Codacons ritiene: «Molto pericoloso: basti pensare ai casi di dipendenza da video poker o da gioco d’azzardo». L’allarme dell’associazione a tutela dei consumatori che chiede di fissare un tetto massimo alle puntate di ciascun giocatore – parte dai dati presentati dall’agenzia Agipronews che ha evidenziato come nella settimana tra sabato 4 e sabato 11 ottobre le giocate al Superenalotto si siano raddoppiate del +95,2%. Una «febbre da gioco» che spinge talvolta a giocarsi l’intero stipendio o a rivolgersi a usurai: tra lotto, gratta e vinci, superenalotto, totocalcio e derivati. E se un tempo si giocava una volta la settimana adesso il gioco è continuo, un’estrazione tre volte la settimana: martedì, giovedì e sabato. Anche a Catania la «febbre» da Superenalotto è altissima. «Nei giorni dell’estrazione dalle 18 alle 19.15 dentro le ricevitorie è una vera e propria bolgia», dice in titolare di un punto Sisal».
«La speranza di vincere spinge tutti a giocare – conferma Francesco Lombardo, presidente provinciale Federazione italiana tabacchi – Secondo i nostri dati a ogni estrazione aumenta il numero di giocatori di circa il 30%, perché agli abituali si aggiungono anche quelli "digiuni del gioco". E’ il momento in cui tutti tentano la sorte».
Ma quali sono i tratti da cui si distingue un giocatore abituale da quello occasionale? «I clienti abituali giocano sempre gli stessi numeri da anni, qualcun altro gioca scientificamente secondo la cabala, anche se queste vincite sono sempre inferiori a ciò che si è giocato; poi ci sono quelli che aspettano i numeri ritardatari o giocano solo i numeri pari o dispari. E’ un discorso complicato per i non addetti ai lavori. Ma la fortuna è cieca e spesso si vince con una schedina presa al volo e costata solo un euro».
 

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