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Un nuovo balzo dell`inflazione

Roma Un nuovo balzo dell`inflazione e, dopo più di dodici anni, la corsa dei prezzi torna a superare il 4\%. Secondo la stima provvisoria dell`Istat, i prezzi al consumo a luglio sono aumentati del 4,1\% rispetto al luglio 2007 (+0,5\% rispetto al giugno scorso). Si tratta del valore massimo, cioè peggiore, dal giugno del 1996 (+4,1\%.)Solo dodici mesi fa l`indice faceva segnare un modesto +1,6\%: di fatto, in un anno, la corsa dei prezzi è quasi triplicata. Mentre si è invece sempre più assottigliata la forbice con l`Unione Europea. Se il “vantaggio“ rispetto all`Ue a dicembre era di mezzo punto percentuale (+2,6\% in Italia contro il +3,1\% nell`Ue a 15), nel mese di luglio il nostro Paese ha raggiunto il +4,1\% messo a segno dai Paesi di Eurolandia. In Italia il carovita ha colpito soprattutto a Padova dove l`indice è salito del 4,3\% su base annua.Sono ancora una volta alimentari ed energetici, affiancati per l`occasione dai tabacchi e dal caro-ombrellone, a trainare la corsa dei prezzi. Pane e cereali sono cresciuti del 12,1\%, con un +13\% per il pane ed un +25\% per la pasta. Il diesel è balzato del 31,4\%, mentre per i servizi balneari la crescita dei prezzi è arrivata all`8\%, per i camping al 4\% e per i pacchetti vacanza al 5\%. L`inflazione di fondo, al netto cioè di energia e alimentari non lavorati, è ferma al 2,8\%.Il boom dei prezzi, secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, “è imputabile prevalentemente all`aumento dei prezzi dei tabacchi e alla variazione delle tariffe elettriche e del gas, scattate il primo luglio scorso, e si inserisce in un contesto di aumenti tendenziali dei prodotti agricoli“. Per questo motivo, “occorre agire con misure congiunturali e strutturali di lungo periodo“, prosegue il ministro, che promette più controlli “per verificare che i prezzi non aumentino più del dovuto nelle fasi di crescita delle materie prime e calino tempestivamente nelle fasi di riduzioni delle quotazioni delle materie prime“.Le prospettive non sono rosee: l`Isae stima un ulteriore, anche se contenuto, aumento, con primi segnali di distensione solo in autunno. Se così fosse si arriverebbe ad un tasso di inflazione in media d`anno al 3,6\%, il più alto dal 1996. Ancora peggiore la stima di Confcommercio, che teme un dato annuo del 4\% in scia alle persistenti “tensioni inflazionistiche“ legati ad alimentari ed energia. Non è un caso che gli incrementi maggiori su base annua si sono verificati proprio nei comparti abitazione, acqua ed elettricità (+8,6\%), trasporti (+7,1\%) e prodotti alimentari e bevande analcoliche (+6,4\%).(Una serie di rialzi che non lasciano indifferente l`Antitrust: dopo aver chiuso a giugno l`istruttoria sul pane e avviato quella sulla pasta, l`autorità “sta esaminando le condotte di prezzo in altri comparti del settore agroalimentare, in particolare il latte“, come dichiarato dal presidente, Antonio Catricalà. “Il latte è un grosso problema“, dice Catricalà: è un settore che “stiamo monitorando“, anche se è ancora presto per parlare di istruttoria. Aumenti che rischiano di mettere in ginocchio le famiglie italiane, per le quali si profila “un`ulteriore stangata da 1.700 euro“ per il Codacons e da 1.800 euro per Adusbef e Federconsumatori. Secondo i consumatori, il Governo “non può stare con le mani in mano“ e deve “salvare migliaia di famiglie dal rischio bancarotta“. Per l`Adoc “una famiglia su quattro versa in grave crisi economica“, visto che la crescita dei salari non è assolutamente in grado di compensare quella dell`inflazione.

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