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UN`ALTERNATIVA AL PIANO TREMONTI MENO TASSE PIù CONSUMI

Ridurre le tasse che gravano sui lavoratori. Dar vita a sussidi per i poveri, a partire dalle Regioni che sanno tenere in ordine i propri bilanci. Introdurre uno stretto legame fra l`aumento degli stipendi e la produttività di ogni azienda. Tito Boeri, economista dell`Università Bocconi specializzato in tematiche del lavoro, è convinto che il governo conservi numerosi strumenti per far fronte alla crisi che colpisce l`economia. “Se l`esplosione dei prezzi del petrolio e degli alimentari è un fenomeno globale, che va affrontato a livello internazionale, per attutire gli effetti negativi il governo può e deve agire utilizzando la leva fiscale“, spiega Boeri in questa intervista a `L`espresso`. Il tema è la caduta rovinosa dei consumi. Secondo la Confcommercio, da gennaio a marzo hanno chiuso 13 mila piccoli negozi. Nel periodo che va da settembre 2007 a maggio 2008, poi, in sette mesi su nove le vendite di beni e di servizi sono diminuite in quantità rispetto a un anno prima. La spiegazione è semplice: con i prezzi che corrono, le famiglie comprano meno. Professore, perché occorre partire dai lavoratori dipendenti per ridurre le tasse? “Perché tasse così alte sul lavoro hanno un effetto che distorce il mercato: numerose persone, soprattutto donne con figli, magari laureate, scelgono di non lavorare perché non è vantaggioso. Se aumentassero le detrazioni sul lavoro dipendente, si creerebbero più opportunità“. Il governo, invece, ha azzerato l`Ici sulla prima casa. Servirà per rilanciare i consumi? “Credo che le risorse necessarie per abolire l`Ici, che la Camera dei deputati ha stimato in oltre 3 miliardi di euro, potessero essere utilizzate meglio. La misura è andata a vantaggio delle famiglie benestanti, dato che per quelle più povere l`Ici era già stata cancellata. L`Ici è l`unica tassa locale che abbiamo: singolare che chi predica il federalismo la voglia abolire. Inoltre la domanda di abitazioni è rigida: non necessariamente aumenta se vengono ridotte le tasse. Al contrario, diminuire l`imposizione sul lavoro, aumentando le detrazioni, avrebbe un effetto benefico sul sistema“. Perché aumentare le detrazioni? “Le detrazioni riducono le tasse che devono essere pagate da chi lavora, proporzionalmente di più per chi ha salari più bassi. Oggi i lavoratori devono spendere di più per generare il loro reddito. Si pensi ai costi dello spostamento da casa al lavoro, con i prezzi dei trasporti che schizzano all`insù. La detrazione dovrebbe compensarli anche per il fiscal drag: quando prezzi e salari aumentano allo stesso modo, e quindi i salari al netto dell`inflazione rimangono uguali, molti lavoratori vengono assoggettati ad aliquote d`imposta più alte perché i loro salari nominali – e non quelli reali – sono aumentati. Pagano tasse più alte anche se il potere d`acquisto del loro stipendio non è aumentato. è difficile stimare a quanto ammonti il fiscal drag, perché nel tempo sono stati fatti numerosi aggiustamenti. Formuleremo presto stime sul sito Lavoce.info: quelle disponibili parlano di più di mille euro l`anno per un lavoratore con salario medio“. Il ministro Giulio Tremonti ha detto che la pressione fiscale scenderà se l`economia ripartirà. “Commette un doppio errore. Primo perché tradisce gli elettori. In campagna elettorale aveva promesso di abbassare la pressione fiscale sotto il 40 per cento. E, come scritto nel Dpef, ha già deciso di tenerla invariata ai livelli attuali, attorno al 43. Secondo perché le tasse vanno tagliate proprio per rilanciare l`economia. Quando le cose vanno bene ce n`è meno bisogno ed semmai tempo sfruttare l`occasione per riordinare i conti pubblici“. In tema di lotta agli sprechi, il governo fa la voce grossa con i dipendenti pubblici. “Non è una novità che tagli agli organici e ai ministeri vengano inseriti , con un tratto di penna, nel Dpef. Tutti sanno però che ci sono diritti dei cittadini che non possono essere elusi, dall`istruzione alla salute. Al posto dei proclami servirebbero interventi silenziosi ed efficaci, che cambino alcune norme e introducano incentivi alle amministrazioni decentrate per una gestione più oculata del bilancio. Gli sprechi si combattono in silenzio: pian piano i risultati arrivano e nel frattempo si può cominciare a ridurre le tasse“. Non c`è il rischio che, sostenendo i consumi con il taglio delle tasse, aumenti l`inflazione? “In questo momento l`inflazione è importata: i prezzi aumentano mentre i consumi crollano. Esiste comunque un modo praticabile per aumentare gli stipendi: legarli alla produttività di ogni singola azienda“. Spesso gli imprenditori truccano i conti: l`azienda guadagna poco, mentre loro accumulano ricchezza all`estero. “Una contrattazione decentrata può superare l`ostacolo: i dipendenti sanno bene come vanno le cose ed esistono parametri che l`imprenditore deve dichiarare al Fisco, come il valore aggiunto nel pagamento dell`Irap. Si potrebbe stabilire che gli incrementi salariali, al di là di una quota fissa volta a recuperare il potere d`acquisto, dipendano dall`andamento del valore aggiunto per addetto. Lavoratori e Agenzia delle Entrate sarebbero alleati nel vigilare che il valore aggiunto venga effettivamente dichiarato. è una regola che potrebbe essere applicata anche dove non c`è contrattazione di secondo livello“. Il governo ha detassato gli straordinari. “Un passo nella direzione sbagliata: produttività vuol dire che ogni ora lavorata produci di più, non che lavori di più. Oggi in Italia ci sono molti che non lavorano del tutto o che lavorano poche ore“. Per difendere i poveri, il governo ha annunciato case popolari e una carta sociale per gli anziani, da alimentare con la Robin Tax. “Del piano casa si sa poco. Per la carta non capisco il criterio anagrafico. C`è un problema acuto di povertà fra i giovani e, invece, si continua nella protezione sociale per gli anziani. Non dubito che ne abbiano bisogno: ma perché vincolare l`aiuto all`acquisto di certi beni?“ Sarebbe preferibile aumentare le pensioni? “Il significato della manovra è nei numeri: per finanziare la carta si parla di 200 milioni in tre anni, un`elemosina rispetto ai 4,6 miliardi che, con la Robin Tax prima versione, dovrebbero venire dall`aumento delle imposte per petrolieri e banche. Un aumento che rischia di ripercuotersi sui consumatori sotto forma di prezzi più alti dei carburanti e delle bollette di luce e gas“. Che altro per difendere i poveri? “Sarebbe il momento di istituire gradualmente un sistema di reddito minimo garantito che in Europa manca solo in Grecia e in Italia. Chi resta sotto una certa soglia di reddito dovrebbe ricevere un`integrazione: se fossero le Regioni a erogarla, verrebbero premiate quelle che non sprecano le loro risorse“. n E anche i saldi fanno flop di Valentina Tosoni La folla non è mancata nei centri delle principali città italiane davanti alle vetrine che a grandi scritte annunciavano i saldi iniziati fra sabato 6 e domenica 7 luglio, ma in realtà dai dati raccolti finora a ciò non corrisponde un successo di vendite. Guardare, provare, ma comprare poco sembra essere l`atteggiamento più diffuso. Telefono blu parla di saldi contratti del 15 per cento, per Codacons la diminuzione è addirittura tra il 25 e il 30 per cento rispetto ai saldi estivi del 2007 e secondo l`Adoc l`abbigliamento di media qualità crolla di oltre il 35 per cento. A Milano è andata un po` meglio soprattutto grazie ai turisti. Secondo Ascomoda “nel primo giorno l`incremento medio complessivo rispetto al 2007 è del 3 per cento, con uno scontrino medio di circa 150 euro e uno sconto fra il 30 e il 40 per cento“. A Roma, stando ai dati Codacons, gli acquisti sono crollati del 15 per cento. Niente serpentoni fuori dai negozi. Anzi, gli ispettori del Codacons sguinzagliati a monitorare l`andamento hanno registrato un 10 per cento di presenze in meno. A Napoli partenza in salita: secondo la Federazione Moda Napoli, nel weekend si è però registrato un parziale recupero. Dal meno 30 per cento di vendite rispetto all`anno scorso si è passati a un calo del 20. A Bologna la vera novità è la delibera del sindaco Sergio Cofferati con la quale si autorizzano i negozi, anche fuori dal centro storico, a tenere aperto fino alla mezzanotte: l`idea, tuttavia, non sembra aver suscitato entusiasmi.

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