Al grido di “finalmente in vacanza!“ un esercito di oltre 33 milioni di italiani prenderà d`assalto spiagge, montagne, città d`arte e laghi a caccia di tranquillità e relax, ma anche di emozioni, per sfuggire alla routine quotidiana. E come ogni estate il bollettino di guerra di incidenti gravi e meno gravi s`infittisce. Incoscienza, al mare o in montagna, ma anche molta leggerezza generalizzata accomunano purtroppo i vacanzieri italiani alle prese con scalate ardite, bagni al largo o gite in barca. Soprattutto “con la natura serve preparazione“, spiega Folco Quilici sperto di mare e conosciuto documentarista.
E gli fa eco il Codacons che stila un vademecum per chi va in vacanza in montagna o al mare.
In montagna:
guardate le previsioni del tempo prima di avventurarvi in un`escursione;
partite presto e tornate prima, per evitare il rischio di trovarsi nell`oscurità ma anche per evitare il maltempo ed i temporali, che sono più frequenti di pomeriggio;
non avventuratevi mai da soli, possibilmente andate con qualcuno più esperto di voi;
studiate con attenzione l`itinerario ed il suo grado di difficoltà ;
scegliete un sentiero adatto alle vostre capacità e al vostro fisico;
l`allenamento è fondamentale.
Al mare:
lasciare trascorrere almeno tre ore dall`ultimo pasto prima di fare il bagno;
non fare mai il bagno a stomaco pieno o subito dopo aver bevuto una bevanda gelata; evitare l`assunzione di alcool; adattarsi molto gradatamente alla temperatura dell`acqua, bagnando prima la nuca e poi addome e petto;
stare immersi almeno cinque minuti prima di avventurarsi al largo;
dopo una lunga esposizione al sole, entrare in acqua ancora più gradatamente;
non tuffarsi direttamente in acqua, da asciutti, specialmente se sudati;
non stare troppo a lungo in acqua e uscire al primo sintomo di freddo;
non fare il bagno se il mare è mosso, se spirano forti venti, se vi sono forti correnti, se la temperatura dell`acqua è molto fredda, se vi sono divieti di balneazione in prossimità dei pontili, nei porti, nei canali di entrata e uscita delle imbarcazioni;
non allontanarsi dalla spiaggia oltre i 50 metri quando si usano materassini, ciambelle, galleggianti, piccoli canotti o altri oggetti gonfiabili ausiliari per il nuoto.
Se non si sa nuotare:
bagnarsi in acque molto basse: non basta poter toccare perché la corrente, senza accorgervene, potrebbe spostarvi dove non toccate o potreste cadere in una buca;
non nuotare a lunghe distanze da soli, anche il corpo meglio allenato può subire debolezze;
prestare attenzione quando uscite da uno specchio protetto dalle scogliere: il mare al di là può essere molto più pericoloso
Per quanto riguarda i tuffi:
evitare di tuffarsi dagli scogli, specialmente se non sei un bravissimo tuffatore, se non conosci perfettamente i fondali e se lo scoglio è scivoloso;
non tuffarsi in acque torbide: le situazioni sconosciute presentano pericoli.
Infine, i bambini:
non mandare i bambini da soli a fare il bagno;
non lasciare i bambini incustoditi nemmeno vicino alla riva o in piscina: non conoscono i pericoli. Se dovete allontanarvi portatelo con voi. Ai bambini mettere sempre i bracciali ed i salvagenti.
Quilici aggiunge infine un monito che riguarda i cellulari. Troppa fiducia nel mezzo meccanico e nel telefonino. Soprattutto il cellulare: “Tutti quelli che lo possiedono si sentono autorizzati ad andare ovunque tanto possono sempre chiamare i soccorsi. Ma con la natura non è così. La grande massa di vacanzieri“, spiega il documentarista, “si riversa al mare o sulle cime affrontando con leggerezza queste mete. Le attrezzature per chi fa le scalate sono diventate sempre più comode e quindi invitanti per compiere qualsisi tipo di impresa mentre in mare una volta muovere un gozzo era difficile oggi è diventato semplice condurre motoscafi e grandi barche a vela“. Massima attenzione quindi, e non fate gli eroi