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Vacanze sempre più “short“ per i turisti italiani

A partire sono partiti, pare circa otto milioni, il problema è che ritorneranno prima di quanto si creda. Nonostante le apparenze, le vacanze degli italiani diventano sempre più “short“, cioè brevi, per molti solo una toccata e fuga oscillante tra i tre e i nove giorni al massimo. E tutti con la mente rivolta a settembre, che si preannuncia nero per le tasche degli italiani, alle prese con il caro libri, le spese per il corredo scolastico, la rata del mutuo e quella dell`automobile, per non parlare di elettricità e gas. E soprattutto con un pensiero fisso: “Con quali soldi riempio il frigorifero?“. Di viaggi e austerity parlano i dati snocciolati da Telefono Blu: “Solo il 40 per cento degli italiani adulti quest`anno farà vacanza, per nove giorni al massimo“. Il restante 60 per cento se ne sta a casa. “Rispetto al 2007 secondo le stime di Telefono Blu due milioni di vacanzieri nostrani hanno rinunciato ad un viaggio“. Insomma, di fronte all`inflazione che corre e al prezzo della benzina che corre ancora di più, l`italiano medio si illude di andare in vacanza, optando per lo “short break“, il mordi e fuggi: voli low cost e prenotazioni anticipate per soggiorni “mini“. Meglio se in Italia o nei Paesi con il dollaro debole. “Che la crisi c`è e si fa sentire lo dicono i numeri osserva Carlo Pileri, presidente dell`Adoc, l`associazione in difesa dei consumatori questa estate solo il 25 per cento degli italiani andrà in vacanza, in pratica uno su quattro. I motivi sono sotto gli occhi di tutti: il costo della vita che aumenta sempre di più mentre diminuisce il potere di acquisto delle famiglie, costrette a indebitarsi per la rata del mutuo o del frigorifero. Come se non bastasse, per colpa della benzina e del gasolio alle stelle, viaggiare costa almeno il 20 per cento in più rispetto alla scorsa estate. Basta guardare le autostrade: in questi giorni di esodo non ci sono code e il traffico è scorrevole. Impensabile fino a un anno fa“. Pileri punta il dito anche contro alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari, “colpevoli“ a suo dire di “avere aumentato prezzi e tariffe che alla fine costituiscono un freno alla possibilità di andare in vacanza. Solo i viaggi low cost, i preferiti dai giovani, non conoscono crisi“. Respinge le critiche Bernabo Bocca, presidente di Federalberghi e Confturismo: “Nei primi sei mesi del 2008 le tariffe degli alberghi sono aumentate dello 0,2 per cento tiene a precisare Bocca Quindi la crisi non è da imputare a noi. La realtà è che gli italiani non hanno più soldi da spendere“. Secondo Federalberghi 21,4 milioni di italiani non faranno vacanza (il 45,2 per cento della popolazione), dovrebbero essere 23 milioni, invece, gli italiani che la faranno (il 49,1 per cento). Ma il condizionale è d`obbligo: gli indecisi sono ancora oltre un milione di persone. “A giugno ci ha penalizzato il maltempo ammette Bocca luglio è stato sotto tono. Agosto sarà in linea con lo scorso anno, non ci resta che sperare in un buon settembre anche se non ci aiuterà mai a recuperare un`annata infelice“. Invece, per Carlo Rienzi, presidente del Codacons, il peggio deve ancora arrivare. “Non è che gli italiani non vadano in vacanza perché senza un soldo. Il problema è che il caro mutui e la totale assenza di azioni concrete da parte del governo per diminuire i prezzi fanno prevedere un autunno caldo. Già a settembre ci saranno aumenti tra il 10 e il 20 per cento. Quindi, anche chi decidesse di partire sa già che al ritorno dovrà affrontare il caro libri, la rata del mutuo, le spese mediche e molto altro. Tutto questo fa paura, ecco perché molti italiani rinunceranno alle vacanze“.

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