MENO ACQUISTI nei negozi, meno cene al ristorante e meno giorni di vacanza. Da Unioncamere e Fipe-Confcommercio è arrivata ieri l`ulteriore conferma alla crisi dei consumi. Il primo dato a spiccare è quello delle vendite al dettaglio che, dice il Centro studi Unioncamere, sono scese del 2,8% tra aprile e giugno rispetto allo stesso periodo 2007. Se poi ci si sposta al Sud le perdite arrivano al 5,5% contro l`1,2-2% di Nord Est e Nord Ovest. La caduta delle vendite è maggiore (-4,9%) tra le imprese più piccole (1-9 dipendenti) mentre chi ha più di 20 addetti registra un leggero segno più (0,6%). Tra i singoli comparti a star peggio sono gli alimentari (-4,1%) ma anche il no food ha subito una contrazione del 3,7%. Solo iper, supermercati e centri commerciali hanno incrementato i fatturati (+1,1%) ma non le vendite. Se i negozi soffrono ancora più pesante è la flessione di alberghi e ristoranti che, sempre nel secondo trimestre, hanno accusato un calo di ricavi del 5,1%. Non va meglio per bar e ristorazione collettiva con un meno 4,2%. La forte frenata dei consumi (più contenuta per trasporti e servizi alla persona con cali dell`1 e dello 0,8%) è proseguita in estate. E, se serve a consolarci, non è solo italiana perchè a luglio secondo l`Isae la fiducia dei consumatori europei è scesa a meno 20, minimo degli ultimi cinque anni. MA A ESSERE sfiduciate sono anche le imprese europee che a giugno manifestavano il tasso d`ottimismo più basso degli ultimi tre anni. Del resto, sempre a giugno le vendite al dettaglio erano diminuite dello 0,6% nella zona euro e dell`1% nella Ue a 27. L`estate non è servita a risvegliare i consumi degli italiani. Così, se i commercianti (sondaggio Unioncamere) prevedono anche un terzo trimestre debole, l`industria del turismo lancia già l`allarme. Secondo il Centro studi Fipe-Confcommercio, infatti, per il 64% dei gestori di bar, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari, la stagione è iniziata peggio del 2007 e solo pochi sperano in meglio per agosto e settembre. COSÃŒ, LA FLESSIONE del turismo (-6,8% al mare, -3,8% in montagna e stabili i laghi) a fine stagione sarà del 4,8% sul fronte delle presenze (-28 milioni) e del 7% su quello degli incassi (-3 miliardi). Una crisi dei consumi per cui il Codacons parla di “lacrime di coccodrillo“ visto che i primi responsabili sarebbero proprio commercianti, ristoratori e albergatori colpevoli “d`aver aumentato selvaggiamente i prezzi“.