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Venezia, il Codacons minaccia di indagare sugli applausi pilotati

VENEZIA – Non resta che sperare in Jonathan Demme, in concorso oggi con la commedia Rachel Getting Married. Gli occhioni della protagonista Anne Hathaway, spalmata sui manifesti del Lido, promettono bene per i forzati della Mostra che, dopo il deferente entusiasmo per i maestri italiani, malgrado l`innamoramento collettivo per il cartoon giapponese Ponyo, ieri ha registrato una giornata di stallo. Una giornata all`insegna della perplessità suscitata dal film di Werner Schroeter Nuit de chien, che è stato accolto da qualche “booh“ dei giornalisti e da sporadiche fughe nel buio della sala. Proprio mentre il presidente della Biennale Paolo Baratta e Marco Müller ragionavano su questa 65ma edizione caratterizzata dall`assenza delle major e di grandi film: abbiamo raccolto il meglio che c`era, spiegavano i padroni di casa, e se gli americani latitano è colpa dell`euro superstar, possiamo star sicuri che torneranno l`anno prossimo. “Per la Mostra 2009“, anticipa il direttore, “ci siamo già assicurati due titoli fortissimi“. Ispirato a un romanzo del 1943 dello scrittore uruguaiano Juan Carlos Onetti, prodotto dai francesi, Nuit de chien è un`ambiziosa parabola sul potere e racconta il fallimento di una rivoluzione. Tutto in una notte, in una città immaginaria assediata dalla repressione, tra rastrellamenti, torture, cadaveri, esplosioni. Fino alla tragedia finale, che vede il medico in fuga Ossorio (Pascal Greggory) soccombere sotto i colpi della controrivoluzione trascinando nel baratro la giovanissima orfana dell`ex compagno di militanza (un febbricitante Sami Frey) che si è fatto saltare in aria. Già nel `78 il regista Carlo Di Carlo aveva portato sullo schermo il libro di Onetti: il suo film Per questa notte partecipò al festival di Cannes, venendo lodato per il rigore e l`asciuttezza. Oggi il 62enne maestro del Nuovo Cinema Tedesco esagera invece con il ricorso alla metafora, il sangue, i dialoghi teatrali, una scenografia barocca che non ci risparmia interrogatori in chiesa, automobili in fiamme, scenari apocalittici già visti al cinema mille altre volte. Che fatica. Peccato, il ritorno di Schreoeter poteva essere un evento della Mostra. Sarà perché scarseggiano i capolavori che il pubblico è diminuito? “Se quest`anno registriamo un calo di spettatori del dodici per cento, la colpa non è del programma: scontiamo la catastrofe economica del mondo intero“, dice Baratta. “Eppure gli sponsor sono aumentati del 5 per cento. Noi siamo contenti, non c`è da drammatizzare. La Mostra va a cicli e l`anno prossimo le cifre torneranno su“. Quanto ai film, Müller rivendica le “49 anteprime mondiali“ e il primato su Toronto e “altri festival“ (da vecchia volpe della comunicazione, evita accuratamente di nominare Roma). Pochi grandi film in concorso? “In giro non ce n`erano, sfido chiunque a trovarne uno che mi sia lasciato scappare“. Arrivati a metà percorso, si parla come sempre dei prezzi scaldalosi del Lido. Baratta concorda (si può negare l`evidenza?) e promette di approfittare del momento di “magra“ per far pressioni su alberghi e ristoranti affinché si decidano a offrire “pacchetti“ e sconti. Si parla ancora della necessità di allestire camping e ostelli per i cinefili più giovani. Un “film“ visto decine di volte, speriamo nel nuovo Palazzo che darà un assetto diverso alla zona. E se qualcuno si ostina a fare le pulci al loro lavoro, se il Codacons minaccia di indagare sugli applausi pilotati (ma guarda, si scoprono le clacques) Müller e compagni possono contare su uno sponsor eccellente. Per il Patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, non è pensabile sminuire il ruolo culturale della Mostra. “La creazione dello Studium Marcianum – ha detto Scola, che oggi interverrà al Lido – è avvenuta percependo la decisività culturale di Venezia, che è intrinseca al dna di una città dell`umanità come la nostra. Ecco perchè dirò che sminuire una realtà come quella della Mostra del Cinema è una follia per il cinema stesso“.

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